I tarallini bolliti sono una sfiziosa tentazione: non si riesce a smettere di mangiarli, uno tira l’altro!
Oggi è la giornata che il Calendario del cibo italiano dedica ai tarallini bolliti e non, e QUI potete leggere il bellissimo articolo scritto da Antonella Eberlin.
Che si scelga la versione classica, o una qualunque delle innumerevoli variazioni, che si utilizzi lievito di birra, o lievito madre, o addirittura niente lievito (si, esistono anche versioni con bicarbonato, o ammoniaca), sono sfiziosi e semplicissimi da preparare, utili anche per un buffet, un antipasto, una merenda veloce.
Li preparo spesso, insieme a grissini e crackers, per utilizzare l’esubero di lievito madre, anche perché si conservano a lungo, in un contenitore di latta.
Si, insomma… mica tanto a lungo. Nel senso che nella prima serata che si trascorre davanti alla tv, è certo che i tarallini termineranno in brevissimo tempo.
Si possono aromatizzare in tanti modi: dall’anice al peperoncino, dal rosmarino al formaggio, si prestanp ad innumerevoli interpretazioni.
Gli ingredienti sono :
- 80 gr. di lievito madre rinfrescato da 4 ore e ben attivo,
- 250 gr. di farina 00,
- un cucchiaino di sale,
- un cucchiaino di olio,
- un cucchiaino di semi di finocchietto selvatico,
- un bicchiere di acqua
Sciogliete il lievito madre nell’acqua a temperatura ambiente, lasciatelo riposare una ventina di minuti, poi impastate con gli altri ingredienti.
Formate 20 rotolini e chiudeteli a ciambella.
Lasciateli lievitare per 4/6 ore, comunque fino al raddoppio.
Cuocete i tarallini in acqua bollente, uno alla volta, fino a quando salgono a galla.
Raccoglieteli delicatamente con una schiumarola.
Sgocciolateli e disponeteli sulla teglia ricoperta da carta forno.
Passateli per un quarto d’ora in forno a 180°.
I tarallini bolliti al finocchietto, preparati con il lievito madre, si conservano a lungo in un contenitore per biscotti… se ne rimangono.
Buoni! Complimenti per la ricetta:-)
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