Pollo fritto? Giammai!
Il colesterolo, il fegato, la digestione, ma siamo ammattiti? Cosa importa se Silvia Zanetti del blog Officina golosa, la vincitrice del mese scorso, ha deciso che il pollo fritto sarà la sfida dell’ MTChallenge n.63?
Ma dai, pensa anche alla puzza, agli schizzi.
Altolà, amico.
Andiamo per ordine.
Il fritto fa male? Leggi QUI e scoprirei che non è del tutto vero. Non te l’aspettavi, lo so, è un colpo basso. Ma il meglio deve arrivare.
Puzza di fritto? Macchè. Una buccia di patata, uno spicchio di mela, e passa la paura. Visto com’è facile?
Per gli schizzi c’è il rimedio della nonna: una tazzina d’acqua versata tra i fornelli. A fine cottura raccogli tutto con la spugnetta e voilà, problema risolto. E poi, comunque, pulisco io, a te che te frega?
E se tutto ciò non bastasse a convincerti, Doc, siediti che ti racconto una storia.
“C’erano una volta due polli. Uno viveva in un fresco paesino del nord, era vispo e atletico, faceva sport, aveva il corpo magro e le cosce lunghe e snelle. Ogni tanto scappava dal pollaio perché non sopportava costrizioni, andava a far danni in città, unico pollo al mondo che riuscisse anche a volare. Era più vanitoso di un pavone: orgoglioso del suo chiocciare colto ed intonato, non perdeva occasione per farsi sentire e per questo era, come succede ai grandi, amato ed odiato allo stesso tempo. Di certo, non passava inosservato.
L’altro pollo viveva nel caldo sud. Era meno slanciato e più polposo, riflessivo e sornione, lasciava che gli altri si becchettassero e intanto portava avanti le sue idee, ignorando le beghe avicole.
Destino volle che i due si incontrassero nel banco di una polleria.
Il pollo del nord si divincolava per liberarsi dai lacci che gli stringevano le zampe.
Il pollo del sud se ne accorse e gli disse: “ma che ti agiti a fare? Tanto per cucinarci dovranno liberarci per forza”.
“Hai ragione” disse il nordico. Ma dopo nemmeno un minuto ricominciò dimenarsi.
“Piiiiii piiii, cococococò, ma che noia!” blaterava il nordista “voglio andarmene da qui, non mi piace questo posto”
“Prima o poi ci porteranno via, abbi pazienza, con un po’ di calma arriveremo dove vogliamo”
“Hai ragione” disse il pollo del nord. Ma non aveva ancora finito di dirlo che già si agitava nel cellophan, fino a cadere dal banco refrigerato, in un angolino nascosto.
“Uffa”, pensava il sudpollo “‘sti pollentoni, tutti uguali, sempre di corsa, non prendono pace. Però è simpatico, mi dispiace lasciarlo nei guai”. Così cominciò ad agitarsi anche lui, fino a quando cadde vicino all’altro.
Due polli a terra si notavano, così il pollivendolo li prese, li guardò e li mise tra le offerte speciali, quelle vicine alla scadenza.
“Perché l’hai fatto?” chiese il pollentone all’altro. “Così, perché mi sei simpatico. E penso che insieme potremmo fare piatti interessanti”. “Hai ragione, anche tu mi piaci, ma se non ci facciamo notare arriveremo alla scadenza e diventeremo wurstel. Ora faccio un po’ di casino e mi metto in mostra, farò valere la nostra pollitica.”
“Ma no, non vale la pena, tanto guardano solo petto e coscia”
“E allora? Petto e coscia attirano, ma scopriranno che c’è altro. Intanto io il casino lo faccio, oltre alle cosce c’è di più”
“Uffa, quanto sei pollemico! Il cervello di pollo non interessa a nessuno, lo sai? Al massimo i fegatini! E la mia coscia è più polposa della tua”
“Ma la mia è lunga e snella, vedrai quanto piace!”
Mentre si scambiavano queste frasi, arrivò un MTChallenger che prese entrambe le confezioni e se le portò a casa.
Le cucinò a dovere, come da regolamento, mettendo dove previsto la sua fantasia, e servì in tavola il risultato, con grande soddisfazione dei commensali e dei due polli che proseguirono il loro scambio di opinioni fino all’ultimo boccone: “visto? ci hanno presi perché io ero appetitoso” “macchè, ci hanno presi perché eravamo in offerta” “però la mia coscia in foto rende meglio” “vabbé, ma la mia è più cicciotta” “ma io piacerò di più” “ma va, prenderanno prima me”
Il risultato di tutto questo è la mia ricetta per l’MTC n. 63.
Pollo fritto agrodolce
Prima della frittura il pollo va marinato per ammorbidirlo.
QUI trovate i segreti della marinatura.
Io ho preparato due versioni di pollo fritto: una segue alla lettera le istruzioni dell’MTChallenge, nell’altra ho variato alcuni ingredienti.
Per la prima versione ho versato sul pollo il latticello, ho coperto con pellicola e lasciato in frigo per tutta la notte.
Poi ho proceduto alla panatura con pane e uovo (copiato ed incollato spudoratamente dalla ricetta di Silvia Zanetti)
-Ingredienti per 1000/1300 g di pollo con ossa e pelle-
- 5 uova medie
- 200 g farina
- 200 g pane grattato
- sale
- pepe
- 1,5 l olio per friggere di semi di mais o quello che preferite
-Procediamo-
Rimuovete il pollo dalla marinatura, lasciatelo scolare sopra una gratella posta su un foglio di carta da forno per mezz’ora almeno. Preparate un piatto fondo per appoggiare il pollo impanato, un piatto piano coperto da carta assorbente per appoggiare il pollo appena fritto e una placca da forno coperta anch’essa da carta assorbente per riporre il pollo fritto in forno e tenerlo al caldo.
Mettete le uova in una ciotola che possa contenere almeno 3/4 pezzi di carne alla volta, mescolate con una forchetta, salate e pepate.
Ponete il pan grattato e la farina in altre due ciotole distinte altrettanto capienti.
Prendete tre pezzi di pollo alla volta, passateli nella farina pressando leggermente le carni e scuoteteli per eliminare la farina in eccesso. Poi immergeteli nell’uovo ed infine passateli nel pan grattato pressando nuovamente le carni.
Appoggiate il pollo sul piatto fondo e procedete con la panatura di tutto il pollo.
Se desiderate una crosticina più consistente potete fare una doppia panatura nel pan grattato cioè pan grattato/uovo/pan grattato.
Se vi rimangono pangrattato, uovo e farina, miscelate tutto insieme aggiungendo, se necessario, poco latte. Formate delle frittelle e friggetele. Sono i goduriosissimi “friciulìn”.
La seconda versione di pollo fritto richiedeva il passaggio in sola farina.
Ho marinato le cosce di pollo per tre ore in mezzo litro di acqua intiepidita nella quale ho sciolto un cucchiaio di senape leggermente piccante, due cucchiai di miele di castagno e un cucchiaio di aceto di mele.
-Ingredienti per 1000/1300 g di pollo con ossa e pelle-
- 1,5 l olio per friggere di semi di mais o quello che preferite
- 180 g farina di mais e 20 g di farina di canapa
- sale
- pepe
-Procediamo-
Preparate un piatto fondo per appoggiare il pollo impanato, un piatto piano coperto da carta assorbente per appoggiare il pollo appena fritto e una placca da forno coperta anch’essa da carta assorbente per riporre il pollo fritto in forno e tenerlo al caldo.
Rimuovete il pollo dalla marinatura, lasciatelo scolare sopra una gratella posta su un foglio di carta da forno per mezz’ora almeno. Preparate una ciotola abbastanza capiente per contenere 3/4 pezzi di pollo alla volta e metteteci le farine con il sale e il pepe.
In alternativa mettete farina, sale e pepe dentro un sacchetto alimentare capiente.
Prendete 3 pezzi di pollo, metteteli nella farina ed infarinateli pressando leggermente le carni oppure inseriteli nel sacchetto, chiudetelo ed agitate finché tutti i pezzi non saranno ben infarinati.
Scuoteteli per eliminare la farina in eccesso ed appoggiateli sul piatto preparato in precedenza.
Procedete panando il resto del il pollo.
A questo punto prendete una casseruola dai bordi alti versate l’olio e scaldatelo a fuoco medio fino alla temperatura di 180 °C circa.
Immergete nell’olio 3 pezzi di pollo alla volta. Osservate l’olio: il pollo appena immerso friggerà formando molte bolle grandi e man mano che si cucinerà le bolle diminuiranno sempre più . Quando il pollo avrà una colorazione dorata ed omogenea, ci vorranno circa 6/8 minuti di cottura a seconda della grandezza del pezzo, scolatelo dall’olio ed appoggiatelo sul piatto con la carta assorbente.
Una volta asciutto, se desiderate, potete tenerlo al caldo nel forno preriscaldato a 120°C circa, infornandolo sulla placca da forno.
Ed ecco i polli prima e dopo la cura:
Per la salsa di accompagnamento ho utilizzato il liquido di marinatura agrodolce aggiungendo un cipollotto di Tropea appena soffritto in olio caldo. Ho lasciato restringere sul fuoco il liquido a più della metà, poi ho unito mezzo cucchiaino di maizena.
Ho arricchito il piatto con un’insalatina di songino, rucola, valeriana, germogli di soia condita con olio di nocciole e aceto di mele.
Ecco l’interno delle due versioni:
P.S. Per chi fosse interessato alla fine della storia: il primo ad essere consumato è stato il pollentone pollemico del nord.
Ma di sicuro il pollentone tornerà ogni tanto su, la sua parte pollemica non può fare a meno!
❤❤❤
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Non ho il minimo dubbio in proposito 😉
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AHAHAHAHHA,
ma il pollentone pollemico l’hai poi fritto infarinato o impangrattato?
Non so proprio come fai… pure la storia, oltre a tutto il resto, ti sei messa a scrivere!
Complimenti, AnnaLaura!
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Infarinato! Figurarsi se stava fermo abbastanza a lungo per l’altro procedimento ahahahahah!!!
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Esecuzione perfetta!!! Pollo bello e goloso, e la tua marinatura sembra molto ben riuscita, bravissima!
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La coscia marinata nel latticello era più morbida, l’altra, ovviamente più saporita. Con le proposte che ho letto in MTC mi si è aperto un nuovo mondo Grazie per la visita
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Si ci sono diverse controindicazioni per il fritto, ma è cosiiii buonoooo! Bella l’idea di quel vassoio per i vari passaggi!
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Fritta è buone pure ‘na ciabatta! Il vassoio l’ho rubato a mamma, tanto lei non sa cucinare
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La storiella è fantastica… complimenti Anna Laura, saper mascherare la tristezza con l’ironia non è da tutti! Ottimi entrambi i polli, e la salsina poi… Wow!!
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Grazie per la visita, cara. E per la comprensione :*
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Simpatica la storia dei due polli, sebbene tanto diversi alla fine sono finiti entrambi fritti allietando i commensali e per accontentare tutti sei andata sul “sicuro” usando sapori delicati. Il tuo pollo in entrambe le versioni è ben cotto e la panatura è compatta e si stacca bene dalla carne. Brava!
p.s. mi segno i friciulin che non conoscevo 😉
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Fiiiiuuuuuu (sospiro di sollievo) è andata 😀 Grazie per il feedback prezioso e grazie ancora per la bella sfida.
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Stavolta ti abbraccio e basta.
Bella stretta, pero’
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Ecco, lo sapevo, LO SAPEVO. Per questo ci tenevo al tuo commento.
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