La mia torta pasqualina per il Club del 27

La mia torta pasqualina nacque nel lontano… millenovecentononsopiù.

Tutto iniziò con la domanda del Doc: “ma tu la pasqualina non la fai?” “e chi è pasqualina?” fu la mia risposta. Per dire.

Cucinavo già, certo, lo faccio da una vita. Studiavo, cercavo, sperimentavo, ma la pasqualina proprio mi era sfuggita. Così, cercando tra i miei libri di ricette (e no, niente Internet all’epoca), ne trovai una e la presentai alla famiglia. Bocciata. Accantonata. Dimenticata.

Poi una paio di anni fa la riproposi, in formato monoporzione, un tantino modificata, e stavolta piacque, anche alla mia sister-in-blog che, da genovese trapiantata sulle montagne di Cuneo, sulla pasqualina la sapeva lunga.

Durante un lungo viaggio in macchina, da Torino a Cesenatico, mi illustrò tutti i passaggi, in particolare l’importanza degli strati (“di pasta fillo” “ma la fillo non si può fare a casa” “io la faccio” “ma non è fillo” “si che lo è” “ok, ma io non la so fare” “allora fai la mia pasta matta e la tiri sottiiiiiiiiiiiiiiiile”).

Mi illuminò sul sistema altamente specialistico e  tecnicamente avanzato per insufflare aria tra uno strato e l’altro della copertura (“una cannuccia o un bucatino”).

E poi il ripieno. Di carciofi (“non quelli sardi”). In alternativa, di bietole (“i poveri si arrangiavano così”). La prescinsoeua (40 euro al chilo, e i salti mortali per trovarla, ma non avrei mai potuto sostituirla, non dopo 450 chilometri di istruzioni).

Oggi la rifaccio nuovamente, seguendo alla lettera la sua ricetta, altrimenti è capacissima di bacchettarmi a distanza, nonostante sia -davvero- molto lontana.

Come diciamo quaggiù in terronia: ‘unn’è tantu cocivola. Ovvero: è poco malleabile, meglio accontentarla.

Ecco dunque la mia torta pasqualina, dal blog “La Masca in cucina” per “Il club del 27” .

pasqualina

8 carciofi spinosi, oppure 700/800 g di bietole

3 uova + 1 uovo da usare a parte

100 gr di prescinsoeua

1 manciata grossa di parmigiano reggiano grattugiato fresco

1 cipolla bianca e 1 spicchio d’aglio

mezzo bicchiere di vino bianco secco

olio extra vergine di oliva, sale, pepe, prezzemolo, maggiorana q.b.

sfoglia all’olio (250 g di farina, 2-3 cucchiai di olio di oliva,  un pizzico di sale e acqua q.b.)

in alternativa, si può utilizzare la sfoglia al vino: impastare  300 gr di farina “0” (meglio manitoba regge meglio quando si tira sottile) con sale, 30 gr di olio, ½ bicchiere di vino bianco secco e circa ½ bicchiere di acqua bastante per una pasta morbida (circa 150 gr di liquidi), ma non appiccicosa.

Dividere in 5 palline e fare riposare coperta almeno 1 ora, meglio 2.

PROCEDIMENTO

1. Ripulire le verdure per il ripieno.

2. Farle a pezzetti e soffriggerli in olio, prezzemolo, cipolla ed aglio (tritati), sfumando col vino bianco ed eventualmente un pochino di acqua, fino a che non siano morbidi, e regolare di sale.

3. Scolarli via dal fondo di cottura e mescolarli con le 3 uova, la prescinseua , il parmigiano grattugiato e un pizzico di maggiorana tritata, regolando di sale e di pepe.

4. Se il ripieno appare un po’ troppo liquido, si può aggiungere un po’ di mollica di pane bagnata in latte leggermente salato, dopo averla strizzata e sbriciolata bene.

5. A questo punto per confezionare la torta Pasqualina va stesa la sfoglia inferiore (o le sfoglie se vorrete fare una base piu’ spessa), che va posizionata nel tegame unto d’olio

6. Ora e’ il momento di adagiarci sopra a cucchiaiate il ripieno e di livellare con la forchetta.

7. Va creato un incavo al centro nel quale rompere il quarto uovo, che era rimasto da parte, salandolo appena.

8. Ora basta ricoprire con le altre sfoglie seguendo il procedimento descritto QUI.

9. Adesso restera’ solo piu’ da ungere d’olio con un pennello la superficie della sfoglia e l’orlo e infornare a 180° per 40/50 minuti.

Il banner de “Il club del 27” è opera della fantasmagorica Francesca Carloni

36 pensieri riguardo “La mia torta pasqualina per il Club del 27

  1. Ma che spettacolo, sei stata bravissima! PS, anche la mia prima torta pasqualina fu una cosa che mia madre mi chiese: “Ma che rè?”… Con queste istruzioni non si può sbagliare! Un bascione e buona settimana

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  2. Sapessi fare una Pasqualina così ! Ha una sfogliatura da sogno. Meno male che non trovo la prescinsouea così non rischio di dover fare il confronto con questa meraviglia.

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  3. Te l’ho già scritto su Fb…è stupenda, per tutto e fa venire una voglia pazzesca di mangiarla… a parte che io l’adoro, ma mai fatta così bene. Mi cimento, prossimamente lo faccio… prometto 🙂

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  4. Beh, dirti che mi hai strappato una lacrima e un sorriso è poco. Ogni tanto penso a lei e mi dico incredula che non può essere vero. Dalle tue parole e dal tuo racconto esce così viva e verace.
    Quel viaggio deve essere stato davvero un ricordo stupendo, e la Pasqualina ti è venuta così bella perché sicuramente Silvia era in regia.
    Grazie per questo ricordo speciale e per la tua grande sensibilità. Un abbraccio.

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  5. Ottima riuscita la tua pasqualina. E mi piace molto il modo in cui hai scelto di ricordare la tua amica, rendendo la sua immagine vivida e strappando un sorriso, anche se un pochino triste.

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  6. Mi è scesa una lacrimuccia, te lo confesso. Mi piace il modo in cui hai reso onore e merito a 450km di spiegazioni e a una vita di ricordi. Metti poi che tutto questo è accompagnato da una Pasqualina golosissima con una sfogliatura da bucatino perfetta. Perdona il ritardo nel mio passaggio qui, ma anche un po’ tardi ne è valsa la pena.

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  7. Eppure la Pasqualina mi spaventa. Non chiedermi il perché, ma proprio mi terrorizza. A vederla così bella (e scoprire la tecnica della cannuccia, che mi divertirebbe da matti) mi viene voglia di provarci, ma chissà 🙂

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