Il ficotto è un prodotto immancabile nelle dispense calabresi.
Si usa come ingrediente in molti dolci (come i mostaccioli), oppure per “ammelarne” altri (turdilli e pitte ‘mpigliate), o ancora per l’immancabile scirubbedda con la prima neve.
Più recentemente è entrato nell’uso comune in accompagnamento a carni e formaggi.
Ma cos’è esattamente? Ne parliamo nella giornata che il Calendario del Cibo Italiano dedica anche a mosto cotto, e sapa.
E’ comunemente chiamato “mele ‘i ficu”, miele di fichi, ma con il miele non ha nulla da spartire.
Conosciuto già nell’antichità e utilizzato come dolcificante, il ficotto è uno sciroppo che deriva dalla lenta cottura dei dolcissimi fichi, frutto di cui la terra calabrese è prodiga.
E’ diventato un prodotto raro e anche costoso, in quanto la preparazione è lunga e la resa scarsa. Però possiamo prepararlo in casa, con un poco di pazienza e attenzione.
Ingredienti e preparazione:
- Per 100/150 g di ficotto vi occorreranno kg 1,5 di fichi (possibilmente dottati di Cosenza DOP).
Scegliete i fichi sodi ed integri, lavateli accuratamente e tagliateli in quattro spicchi.
Sistemateli in un tegame largo che possa contenerli in un solo strato.
Copriteli appena di acqua e portate a bollore.
Lasciate cuocere fino a quando iniziano a spappolarsi.
Raccoglieteli ancora caldi in un canovaccio e ricavatene il succo, strizzandoli più volte e lasciandoli scolare per qualche ora su un colapasta poggiato sopra il tegame.
Rimettete sul fornello il succo ottenuto e lasciatelo cuocere a fuoco lento per 3/4 ore, mescolando spesso, fino a quando avrà raggiunto una consistenza sciropposa.
Versate il ficotto ancora caldo in bottigliette o vasetti precedentemente bolliti, tappate accuratamente con tappi nuovi e fateli bollire coperti di acqua per mezz’ora.
Lasciateli raffreddare nella stessa acqua.
Si conservano anche un anno.
P.S. non gettate la polpa strizzata, ma utilizzatela nell’impasto di un dolce, dei muffin, oppure aggiungetela alla confettura di fichi, se la preparate.
Per la serie “non si butta via niente”, sopratutto se si tratta di un prodotto così buono.
da quando l’ho scoperto, non posso più farne a meno. l’ho azzardato pure sul pesce crudo 🙂
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Non l’ho mai provato… devo proprio rimediare. Mi ha fatto venir voglia di prepararlo!
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Prova, prova. Crea dipendenza
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Oddio, sul pesce crudo… E adesso chi mi ferma più? Sei una genia del male
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sono affascinata dal sapere che si annida nella tradizione. E dal tuo modo di riproporlo e di raccontarlo.
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Si vede che sono calabrona inside?
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