Le tapparelle per me finora erano le avvolgibili. Si, insomma, per oscurare i vetri, ci siamo capiti.
E’ stata una bella sorpresa scoprire che si tratta anche di un formato di pasta originario della vicina Basilicata.
Oggi il Calendario del Cibo Italiano dedica la giornata alla pasta, in occasione della corrispondente giornata mondiale, così siamo andati a curiosare in casa dei cugini lucani, scoprendo che le tapparelle prendono diverse forme (e condimenti) nelle varie zone.
Da gnocchi schiacciati e allungati, a grosse orecchiette tirate con le dita anziché con il dorso del coltello.
Condite con sugo di pomodoro, ragù, oppure cotte insieme alle patate, nella cremosa e saporita ricetta di Roberta Schira, tratta dal suo libro “La pasta fresca e ripiena”, che ho deciso di replicare.
Qui sono proposte in un formato quadrato e piuttosto spesso. Semplici e buonissime.
Ve la ricopio così com’è e vi consiglio di replicarla al più presto: è una squisitezza!
Tapparelle lucane con patate e pancetta
Ingredienti
Per la pasta:
- 500 g di farina di grano duro
- acqua
- olio extravergine di oliva
- sale
Per il condimento:
- 400 g di patate di Sirino (ovviamente io ho usato quelle silane)
- 100 g di pancetta a cubetti (di suino Nero di Calabria)
- 1 peperoncino
- 1 spicchio di aglio
- sale
- pecorino stagionato grattugiato (crotonese)
- olio extra vergine di oliva
Preparazione:
Impastare gli ingredienti per la pasta, formare un panetto sodo e compatto e lasciare riposare coperto da un canovaccio.
Tirare la sfoglia non troppo sottile e tagliare in quadratini che farete asciugare.
Sbucciare e lavare le patate, tagliarle a tocchetti regolari e versarle in acqua fredda non salata; portare ad ebollizione e cuocere per 5 minuti, schiumando.
Versare le tapparelle nella pentola e cuocerle con le patate, quindi scolare il tutto conservando un po’ di acqua di cottura e rimettete nella pentola.
In un tegame rosolate la pancetta, l’aglio e il peperoncino, quindi versate questo soffritto sulla pasta.
Mescolate, aggiustate di sale e servite con un’abbondante spolverata di pecorino grattugiato.
Che condimento godurioso.. Grazie per la bella e interessante proposta!
Un abbraccio.
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La cucina lucana è proprio da scoprire . Il tuo piatto ne è proprio la dimostrazione.
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Vero: poco conosciuta, ma sorprendente.
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