Calice ‘mpigliato: moderna tradizione del Natale calabrese

Un calice per servire la tradizionale pitta ‘mpigliata calabrese.

Un’idea forse un tantino bizzarra, ma si sa che modernizzare le tradizioni, rispettandone le basi storiche e gli ingredienti, è una delle attività gastronomiche che più mi diverte.

L’occasione è arrivata con CalabriaCult, un sito informativo che parla di tutto ciò che di bello e buono c’è nella mia adorata Terra, e vi assicuro che c’è da raccontare per anni.

Fondato dalla giornalista Donata Marrazzo, Calabria Cult ha tra i collaboratori Veronica Otranto Godano, che mi ha contattata per un’intervista telefonica.

Durante la deliziosa e amichevole chiacchierata, mi ha chiesto spiegazioni sul sottotitolo del mio sito “moderne tradizioni” e da lì è nata l’ispirazione per questa ricetta.

Sono partita da una pitta e… l’ho messa in calice.

Il termine “pitta” è di etimologia incerta. Si ritrova, con lo stesso significato di “pane”, “focaccia”, nella lingua greca, araba, bizantina, tutte civiltà che hanno comunque avuto una grande influenza in Calabria.

In origine era probabilmente un semplice impasto di acqua e farina, cotto su pietre roventi. Si è successivamente evoluto in innumerevoli varianti: dalla piadina romagnola alla pettole pugliesi; dalla “lestopitta” di Bova alla “pitta ‘mpigliata” di San Giovanni in Fiore.

Gli ingredienti della mia variante sono gli stessi della versione classica. Sono solo disposti in maniera diversa, senza nulla togliere all’inimitabile gusto d’insieme, dato dalla genuinità degli ingredienti del territorio e dai sapienti accostamenti creati dall’inventiva delle donne calabresi.

Calice ‘mpigliato con crema di frutta secca e miele di fichi 

calice

Ingredienti:

Per la pasta:

  • 1/2 bicchiere di olio extra vergine di oliva Lametia DOP,
  • 1/2 bicchiere di vino bianco Cirò
  • 1 uovo,
  • 250 g. di farina 0,
  • 3 g di lievito per dolci.

Per la crema:

  • 250 gr. di frutta secca tritata (noci, nocciole, pinoli, mandorle, fichi),
  • 100 gr. di uva passa ammollata in poco rum (o acqua tiepida),
  • 250 gr. di sciroppo di fichi
  • un pizzico di cannella,
  • qualche chiodo di garofano,
  • 100 ml di panna fresca

Per guarnire

  • panna fresca
  • sciroppo di fichi
  • granella di frutta secca

Sbattere le uova con l’olio ed il vino intiepiditi, poi aggiungere la farina ed il lievito setacciati.

Formare un impasto sodo, coprirlo con pellicola alimentare e lasciarlo riposare a temperatura ambiente per un paio d’ore.

Tostare nocciole, pinoli e mandorle in forno a 120° per 10 minuti.

Tritarli grossolanamente insieme alle noci e ai fichi.

Aggiungere l’uvetta ammollata nel rum e ben strizzata.

Scaldare lo sciroppo di fichi con la cannella e i chiodi di garofano pestati nel mortaio.

Quando è diventato liquido, filtrarlo e aggiungerlo alla frutta secca tritata.

Frullare il tutto e ridurre in crema.

Unire delicatamente la panna fresca montata.

Stendere l’impasto precedentemente preparato in una striscia sottile e cuocerlo in forno a 180° per mezz’ora circa (fino a quando diventa dorato e croccante).

Lasciarlo raffreddare e sbriciolarlo grossolanamente sul fondo del calice.

Ricoprire con la crema di frutta secca.

Guarnire con panna fresca montata (si può aggiungere poco zucchero se si vuole più dolce), versare un filo di sciroppo di fichi e spolverare con frutta secca in granella.

Con queste dosi potete riempire una decina di coppette.

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