Il sushi l’ho sempre rifiutato a priori.
Non mangio il pesce crudo (nemmeno la carne, tra l’altro), né i frutti di mare (datemi ostriche, ma gratinate), e il gambero rosso di Mazara va bene solo se è diventato rosa pallido per la cottura.
Si, lo so, è un grosso limite, ma non posso farci granché. Così il sushi non l’ho mai assaggiato.
Poi è arrivato l’incubo, la spada di Damocle, l’ottava piaga d’Egitto, la quarta moira, il quinto dell’avemmaria.
Si, insomma, l’MTChallenge e la sua stra…amatissima MisTeryCloche (Mai, te pozzino).
Faraona, caffè, limone, fragole, triglia, riso, pistacchi. Se vuoi entrare nell’ambitissima e super esclusiva scuola dell’MTC, che il Culinary Institute je spiccia casa, tocca preparare un capolavoro con almeno quattro di questi ingredienti.
Ed ecco che ti prende il fottone. E’ tale il desiderio di entrarci che la salivazione si azzera (effetto Fantozziano) le giunture si intorpidiscono, gli occhi percepiscono luci sparse, visioni angeliche e gironi infernali, la mente sembra un palloncino a cui si è rotto il filo.
Cerchi di focalizzarti sul piatto da preparare, ma riesci a vagare tra l’ultimo episodio del dr. House (sarcoidosi, non so cos’è, ma è ricorrente nelle sue diagnosi e comunque non mi è d’aiuto) e il male atroce alla pellicina dell’unghia crudelmente strappata dalla manicure, passando per ricordi d’infanzia (il mangianastri turchese con “La canzone del sole”) e dove diavolo avrò messo i cerotti trasparenti, ché ‘sti sandali mi stanno torturando.
Ti sforzi, ti impegni, liberi la mente e la riempi con i sette elementi e cerchi di comporre un puzzle che si scompone nello stesso istante, vorticosamente, passando dalla faraona ripiena di riso e pistacchi (impegnativa) al gelato al caffè (minimal), attraverso strane elaborazioni del riso trasformato in latte, crema, liquore, o soffiato, per un’alternativa dolce, fino a quando FUCK! azzeri tutto e vai al supermercato a comprare – per cominciare – gli ingredienti.
Limoni e fragole sono sul terrazzo, i pistacchi ce li ho, il riso di tutti i tipi è già in dispensa, ho persino una discreta scelta di caffè in chicchi. Mancano la faraona e la triglia e so che li troverò al carrefour.
Medito sulla faraona intera -mumble, mumble- poi mi dico che siamo in due e devio su un petto più che accettabile.
Mi dirigo al reparto pescheria, scelgo una triglia e scocca la scintilla, il colpo di fulmine, l’incontro che ti cambia la vita: Dan (potrebbe essere anche Din o Don, non ho capito molto bene, ma la campana ha suonato e rimbombato forte).
L’avrei definito leggermente itterico (troppo dr. House), ma gli occhi allungati verso le tempie e l’altezza, ehm, lo incasellano facilmente come sol levantino. Lo ascolto mentre intrattiene il pubblico “io no so paLlaLe italiano? E alloLa voi? Lispondete: oggi il sole splende come non ha mai…??? AlloLa? Non sapete, veLo? Ihihihihih!”
E lì m’incanto. E lo osservo mentre scola, taglia, stende, farcisce, arrotola, compone e serve il suo sushi preparato all’istante. Cerco di memorizzare le sue mosse, osservo i particolari; mi allontano per non sembrare ossessiva, poi ritorno e lo fotografo, regalandogli un sorriso e un applauso. Arrivo fino al banco dei peperoni, ne prendo due tanto per non sembrare sospetta, poi ritorno e lo filmo sfacciatamente, fermandomi lì davanti fino a quando vedo avvicinarsi la guardia giurata e la triglia inizia a puzzare e la denuncia per stalking è in arrivo.
Solo a quel punto mi allontano, compro un’altra triglia e vado a comporre il mio sushi. Ci sarà da ridere.
A proposito di ridere, secondo Dan (Din, o Don): “Il sole splende come non hai mai saputo spLendeLe.” Non prendetevela con me, io non c’entro.
Sushi MicaTantoCorretto
Ingredienti per 4 persone (4 rolls a testa)
- una triglia da 300 g circa
- 160 g di riso Okomesan
- 1 kg di fragole fresche
- uno o due limoni
- 16 foglie di limone
- 200 ml di aceto bianco alle fragole *
- un cucchiaio di zucchero semolato
- 50 ml di olio extra vergine di oliva
- un pizzico di fiori e foglie di finocchietto selvatico polverizzati
- 15 g di farina 00
*Avendo avuto quasi un mese di tempo per la preparazione, ho iniziato realizzando un aceto insaporito alle fragole, mettendo in 200 ml di aceto bianco una decina di fragole ben lavate, asciugate e tagliate in pezzi, in un contenitore che ho sigillato sottovuoto (con l’apposita apparecchiatura a campana).
Circa 200 g di fragole, pulite e tagliate a fette, le ho messe nell’essiccatore a 50 °C per 48 ore. poi le ho polverizzate nel cutter, salvando qualche fettina per decorazione.
Per la cottura del riso ho riesumato questo bellissimo post di Acquaviva, per l’MTChallenge n. 41 e ho seguito le sue istruzioni che vi riporto pari pari (pigrizia, sono tua)
“Versare il riso in una ciotola capace, coprire con circa il doppio di acqua fredda e “sprimacciarlo” tra le dita e roteandolo nell’acqua e massaggiandolo per circa un minuto, fino a che l’acqua risulta praticamente bianca. Versare in un colino, sciacquare sotto un getto gentile di acqua corrente, rimettere il riso nella ciotola lavata e ripetere lo stesso procedimento per altre tre o quattro volte, fino a che l’acqua è chiara.Versare di nuovo il riso sciacquato nella ciotola lavata, riempire con abbondante acqua, che dovrebbe a questo punto rimanere limpida, e lasciar riposare il riso a mollo dai 20 ai 40 minuti
Scolare e sciacquare di nuovo bene il riso, versarlo in una pentola di acciaio dal fondo spesso (oppure in un tegame di terracotta smaltata giapponese) proporzionata alla quantità di riso. Unire eventuali aromi od ingredienti, tipo sale, spezie, erbe, alghe, verdure, bocconcini di carne o di pesce, e coprire con liquido a temperatura ambiente in pari volume o poco più (1 tazza di riso per 1 tazza di liquido più 1 cucchiaio) che superi il riso di circa 2 cm.”
Io ho aggiunto solo un pizzico di sale e di finocchietto selvatico.
Ho pulito e diliscato la triglia, togliendo accuratamente le millemila lische di cui è provvista, e l’ho messa a macerare con un cucchiaio di olio, due cucchiaini di aceto alle fragole, un pizzico di sale e un pizzico di polvere di finocchietto.
L’ho lasciata in frigo per 3/4 ore, coperta da pellicola alimentare.
Ho pulito e tagliato in pezzi una decina di fragole e le ho cosparse di zucchero e succo di limone,
Ho lessato le foglie di limone fino a renderle morbide.
Ho scolato le fragole e tolto la triglia dalla marinatura, miscelando il liquidi ottenuti.
Ho scolato il riso e l’ho amalgamato con un cucchiaio abbondante di liquido agrodolce.
E qui ho cominciato a sudare e sacramentare.
Ho disposto le foglie di limone sull’apposita piccola stuoia che serve ad arrotolare il sushi, sovrapponendole appena, poi ho provato a “spalmarvi” il riso in maniera più o meno omogenea. Una roba di una difficoltà inaudita, eppure Dan (Din, Don) lo faceva in un fiat.
In qualche modo sono riuscita, grazie forse alla botta di fortuna dei principianti e poi ho disposto sul riso, per il lungo, delle strisce di triglia marinata affiancate da tocchetti di fragole. Ho arrotolato (a fatica) il tutto e messo in frigo.
Il liquido agrodolce rimasto è stato asciugato per qualche minuto sul fuoco, poi raffreddato.
La preparazione dei coralli di fragole è molto semplice: frullare 150 g di succo di fragole con 50 ml di olio extra vergine di oliva e 15 g di farina, poi versarne una cucchiaiata in una padellina antiaderente ben calda (da una ricetta dello chef Riccardo Augusto).
Quando rallenta lo “sfrigolamento” e i bordi iniziano a scurire, sollevare delicatamente la cialda con una paletta e metterla a raffreddare su un tagliere, o un foglio di silicone.
Disporre nel piatto quattro rolls di sushi a persona, accompagnati da quattro coralli, una ciotolina di salsa agrodolce e polvere di fragole con qualche fragola essiccata.
Aggiungere i caratteristici bastoncini per i più bravi, ma io continuo ad usare, con classe ed eleganza, indice e medio. Magari sollevo pure il mignolo.
Ho tentato anche un’aggiunta di polvere di caffè, tanto per usare un altro ingrediente della MisTeryCloche. Ci può stare, ma non aggiunge né toglie nulla alla ricetta.
Il pistacchio, invece, non mi è piaciuto, meglio una grattugiata di scorza di limone. Però una faraona che piomba dall’alto sarebbe invece un bel colpo di scena.
Tanto per chiarire che la serietà non abita più qui.
E ora, mi rimetto alla clemenza della Corte e fate di me ciò che volete. Male che vada, ci ho ancora un petto di faraona da far fuori. E in ogni caso vi amo di infinito amore.
Vedere come lavorano il sushi ed ammirare la loro manualità infinita penso che sia bellissimo e anch’io sarei ripassata più volte a guardare
La tua ricetta è veramente bella, gustosa e realizzata splendidamente, quei coralli poi sono bellissimi. Non amo il pesce crudo anche perché qui trovarlo freschissimo non è facile ma il tuo sushi lo gusterei veramente
Bravissima
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Credimi, aldilà del lato comico della vicenda, ero davvero incantata. Uno spettacolo (e parliamo di carrefour, tra l’altro). E comunque la triglia cruda non l’avrei mangiata nemmeno io!
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Hahahahaha mi fai morire!! Bella la storia e bella la ricetta! E che esecuzione per essere stata la prima volta! Grande Anna Laura!!
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Sai com’è, non ci piace vincere facile e allora andiamo sulla roba tosta ahahahahah!
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Adoro il tuo corallo di fragola!!!!
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Ma grazie tesoro!
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Sei sempre brillante ed è un piacere leggerti. L’idea è proprio intrigante. Quel corallo, poi…. Taccio perchè non so se sei scaramantica!
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Per nulla scaramantica e sono felice della tua visita. Grazie!
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Mi leggerei i tuoi post anche se non ci fossero le ricette perché trovo che scrivi d’incanto:)) sono andata a letto all’una dopo una giornata pesante e il leolino qui alle sei mi ha svegliata…. il tuo post ha riportato il sorriso sul mio viso….:) per il resto nemmeno io mangio nulla di crudo, ho proprio il
Rigetto!! Una cosa che abbiamo in comune:) complimenti per la ricetta!!! E grazie ❤️
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Sono passati millemila anni, ma la mancanza di sonno la ricordo bene. Però adesso rimpiango anche quella, guarda un po’! Bacione.
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ehm, premettendo che io crudo mi mangerei pure mio marito, l’unico difetto che trovo a questa preparazione è che 4 roll a testa sono pochi- pochissimi, se me ne fai almeno na ventina mi autoinvito a provare tutti i piatti crudi che ti farai per la s-cool
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Ma te ne faccio 5000, dimmi solo quando!!!
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Non so se mi diverto di più a leggerti o a immaginare quello che poteva pensare Dan (o Din o Don) di te mentre lo stalkeravi!!! Comunque ricetta fighissima e foto wow! Non vorrei essere Alessandra!
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Ad un certo punto direi che era quasi spaventato, gli occhi a mandorla erano diventati a palla, il che è tutto dire!
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Veramente fantastico. E il ppst.. divertentissimo, come sempre con te!
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Grazie, divertire chi legge mi rende sempre felice, una sana risata è la migliore ricetta!
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la triglia cruda lascia perplessa pure me, ed è tutto dire, però così marinata… E poi e foglie di limone lessate sono tutte da provare!
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La triglia alla fine ci stava bene e le foglie lessate sono favolose, le userò per gli involtini. Grazie per la visita!
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Io avrei voluto vedere un pezzetto del filmato a Dan (o Din o Don)! Sei stata buffissima..!
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Sembra Speedy Gonzales, una velocità da paura. Non fosse per la privacy, lo posterei. Grazie cara!
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io adoro il sushi, meno male che non l’ho fatto che con il tuo non ci sarebbe stato gioco! complimenti davveLo!!
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Ma davveLo davveLo? Bacio!
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Grazie per questo simpaticissimo racconto! Anche a me era venuto in mente il sushi ma non avrei saputo dove mettere le mani! Il corallo è favoloso!
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Il corallo è venuto bene con la fortuna della principiante, non sai da quanto ce l’avevo in testa! Grazie!
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Che ridere!! Sei una delinquente tu…hai cercato pure di farti da sola un film pirata!!! E’ difficilissimo farli, hai ragione, ma per essere la prima volta te la sei cavata egregiamente…la cialda invece è una figata pazzesca!!! bravissima!
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Ho fotografato gli unici quattro guardabili, non ti dico com’erano gli altri!
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Io rido troppo ogni volta che vengo da te! Direi che alla fine l’illuminazione ha funzionato alla grande!
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Il merito è di Dan (Din, Don… vai a sapere). Un bacione!
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Mi sono rotolata dal ridere per tutto il post e mi è venuta l’insana curiosità di vedere i filmati con Dan. 😀
Credo che avrei abbattuto la triglia, prima di procedere con marinatura e tartare, ma l’idea mi è piaciuta moltissimo.
Non mi sarebbe mai venuto in mente di lessare le foglie di limone e usarle al posto dell’alga nori: geniale! 🙂
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Hai perfettamente ragione, Mapi, avrei dovuto scriverlo quantomeno come consiglio. Il pesce che prendo al super è già abbattuto, per cui non mi sono posta il problema. Grazie per essere passata di qua! Bacio.
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