Un risotto liquirizia e fiordaliso non l’avrei nemmeno lontanamente immaginato, fino a una decina di anni fa.

Il risotto è sempre stato un piatto molto amato in casa mia e per questo motivo ho seguito corsi professionali su riso e risotti nelle più accreditate scuole di cucina.
Ho imparato molto sulla scelta del tipo di riso (ne esistono 140.varietà), sulle diverse modalità di cottura, (mica vero che debba essere sempre “all’onda”), sui brodi, sulla mantecatura, sugli abbinamenti, sulla tostatura (non sempre necessaria), sulla presentazione (la mia nemesi).
In più ho la fortuna di avere a portata di mano il meraviglioso riso di Sibari e così ho pensato di unirlo ad un’altra eccellenza della mia Terra: la liquirizia. Ma, attenzione, non la classica polverina nera, o scaglie o rondelle. Sono partita dalle radici.
Tanta roba. Certo, non poteva bastare, ci voleva un altro sapore in aggiunta, una nota più amara, ma qualcosa di raffinato, di elegante. Lo sapevate che il fiordaliso è commestibile? Ecco, io l’ho scoperto cercando qualcosa da aggiungere al mio risotto.
Così, tra eccellenze, novità, ricerche ed un rispolvero delle nozioni con qualche chicca aggiuntiva (non si finisce mai di imparare) carpita all’ MTC S-cool, ecco il mio
Risotto liquirizia e fiordaliso.
Per 4 persone:
- 300 g di riso di Sibari varietà Carnaroli
- 1 lt. circa di brodo vegetale leggero (carota, sedano, cipolla bianca, qualche granello di pepe bianco sobbolliti per 2 ore)
- 60 g di burro
- Radici di liquirizia. Il quantitativo dipende dalla freschezza e dall’aroma. Io ne ho usata una lunga una decina di cm e spessa un dito.
- Un porro
- Un bicchierino di vodka al limone
- Un limone biologico
- Un pizzico di polvere di liquirizia
- Un cucchiaino circa di sale
- Due cucchiai di petali di fiordaliso essiccati

Pulite bene la radice di liquirizia e separate le fibre, poi portate a bollore il brodo vegetale ben filtrato e immergetevi gli sfilacci di liquirizia e qualche scorza di limone. Coprite con un coperchio, togliete dal fuoco e lasciate in infusione per almeno dieci minuti, poi riportate il brodo a bollore, togliendo la liquirizia.
Fate appassire il porro finemente tritato in poco olio extra vergine di oliva e tenetelo da parte.
Sciogliete il burro, (meno una noce che rimetterete in frigo), in una padella per risotti (io ne utilizzo una in ghisa) e versatevi il riso. Mescolate con un cucchiaio di legno fino a quando i chicchi emetteranno il caratteristico crepitìo (si dice che il riso “canta”); ci vorranno 3/4 minuti. Unite il porro, ridate calore, poi sfumate con la vodka. Se non l’avete va bene anche un vino bianco secco.
Appena l’alcool sarà evaporato versate due mestoli di brodo bollente sul riso e lasciate cuocere a fuoco medio, rimescolando spesso. Quando inizierà ad asciugarsi, aggiungete altri due mestoli di brodo e rimescolate nuovamente. A questo punto se avete usato il vino, aggiungete un cucchiaino di succo di limone.
Portate al dente aggiungendo, se necessario, altro brodo.
Togliete dal fuoco, aggiustate di sale e lasciate riposare per uno o due minuti, poi unite la noce di burro rimasta e mescolate energicamente muovendo nel contempo la padella avanti e indietro, fino a completa mantecatura. Aggiungete un cucchiaino di petali di fiordaliso.
Servite guarnendo con petali di fiordaliso e polvere di liquirizia.
Il risotto liquirizia e fiordaliso è un piatto gluten free. Se volete prepararlo per ospiti celiaci, seguite attentamente le istruzioni che trovate QUI.
E dici che questo non te lo rubo? Magari sperimento anche qualche variante! E speriamo che mi riesca almeno un po’ simile al tuo, anche se non ci spero molto! Sembra così cremoso che mi viene da leccare lo schermo! Brava Mattesini!
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Ruba, ruba, che i fiordalisi te li faccio trovare quando vieni!
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Ciao Anna Laura, a dire la verità io non l’avrei immaginato neanche al giorno d’oggi di poter mangiare il risotto con liquirizia e soprattutto fiordaliso 🙂
In ogni caso, pur non potendo contare sul riso di Sibari, devo assolutamente provare questo risotto seguendo i tuoi consigli.
A presto
Ciao, Marianna
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Ciao Marianna, vale la pena di provare qualcosa di nuovo, ogni tanto, con tutti i rischi connessi! Grazie per essere passata di qui.
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