Le crocette di fichi sono un patrimonio dell’umanità. Si preparano in questo periodo, e si tirano fuori, tradizionalmente, a Natale. Io ricordo le grandi tavolate, la tombola con le bucce di mandarino, il suocero che recitava la smorfia calabrese ad ogni numero (Uno, ‘u pirune! Tridici, i filici!). Io non capivo la maggior parte delle definizioni, ma mi divertivo da matti.
E poi arrivavano i vassoietti colmi di turdilli, scalille, chijnulille, le fette di panettone e le meravigliose crocette, sulle quali mi avventavo come se non ci fosse un domani.
Passati quei tempi, credo di averle rifatte un paio di volte, non di più. Di solito me le regalano, ma quest’anno ho di nuovo a disposizione dei meravigliosi alberi di fico e allora mi diverto un po’.
Oggi è la giornata nazionale dei fichi, così vi regalo la ricetta delle crocette.
Crocette di fichi secchi ripieni alla calabrese
Per ogni crocetta occorrono:
- quattro fichi lasciati essiccare al sole, o in essiccatore
- una noce
- scorza di arancia
- miele di fichi
Tagliare i fichi a metà per il lungo, lasciandoli attaccati dalla parte del picciolo.
Posizionare due fichi aperti uno sull’altro, a croce, con la parte aperta verso l’alto.
Farcire con gheriglio di noce e scorza di arancia (io la metto candita, è più golosa).
Richiudere con gli altri due fichi, pressando bene.
Infornare a 160 °C. In cottura induriscono, per cui regolatevi in base alle vostre preferenze. Se volete le crocette molto morbide, avvolgetele in carta d’alluminio per 15 minuti, poi toglietela e lasciate dorare.
Spolverate di zucchero a vello, oppure cospargetele con il ficotto, lo sciroppo derivato dalla lunga cottura dei fichi (QUI la ricetta).
Un’alternativa altrettanto appetitosa è glassarli con il cioccolato fuso.
A voi la scelta, sono certa che vi piaceranno in qualunque versione.