Scampi e scampe vagavano insieme su e giù nelle acque di quel mare di mezzo.
Di notte osavano avvicinarsi fino sotto il molo, dove ascoltavano i racconti da quelle voci che arrivavano ovattate e che avevano imparato, con il tempo, ad interpretare.
Così sapevano che quel mare si chiamava “Mediterraneo” e che esistevano tanti posti, per loro irraggiungibili, che sembravano proprio fatti apposta.
Quella scampina curiosa ascoltava e ricordava più di ogni altro, anche perché poi tornava giù dal suo amico scampetto che non si muoveva mai dal fondo perché era nato senza la codina e non riusciva a stare a galla.
Scampina si infilava in quel foro nella roccia accanto a lui e gli raccontava di quel luogo chiamato “Scampìa“, dove le voci dicevano che, però, “scampi male”. E la “città” con “Scampo de’ fiori” che Scampina descriveva pieno di anemoni di mare e alghe variopinte. Non sapeva cosa fosse una città, ma inventava distese di scogli pieni di comodi anfratti dove le voci vivevano e si muovevano fuori dall’acqua. Continua a leggere “Scampi in rete di patate all’aroma di bergamotto” →