Treccia brioche con lievito madre ripiena di crema alla nocciola

Treccia brioche dolce

A 7 anni andai a vivere nell’appartamento dove ho abitato fino al matrimonio. Al piano di sopra viveva quella che da allora è la mia amica del cuore, la sorella che non ho, la certezza dell’affetto assoluto ed indiscusso.

Sofia ha un fratello, Francesco, di poco più grande di noi, che studiava la chitarra e tentò di insegnarmi a strimpellare. Arrivai ad intonare, su una corda sola, “Storia di due innamorati” di Albano e Romina e “Samba pa ti”, che mi faceva sentire tanto Carlotta Santanna. Continua a leggere “Treccia brioche con lievito madre ripiena di crema alla nocciola”

Choux gluten free, sorprendenti

Choux gluten free

Choux gluten free: non avrei mai pensato che fossero così facili e buoni.

I miei esperimenti con la pasta choux hanno avuto, nel corso del tempo, un andamento altalenante: a volte mi sono riusciti alla grande (QUI), altre volte ho spatasciato di brutto.

Ma non mi sono mai data per vinta, avendo sempre in mente le deliziose “bignole”, che mangiavo, da bambina, nella storica pasticceria “Delpiano” di Andorno Micca, il minuscolo paesino in provincia di Biella dove è nata mia madre e dove trascorrevo, con mia nonna, le mie vacanze. Continua a leggere “Choux gluten free, sorprendenti”

La frolla montata e la sparabiscotti

Utilizzai per la prima volta la frolla montata quando i blog di cucina erano ancora molto di là da venire, non si parlava di internet, nelle case non c’erano pc e le trasmissioni di cucina non erano all’ordine del giorno (si, vengo dalla preistoria).

Me la cavavo discretamente in cucina e avevo già sviluppato un anormale ed insolito amore per le caccavelle, che nel tempo mi avrebbe portata a possedere poche paia di scarpe per poter utilizzare la scarpiera come ulteriore ricovero per tutti quegli attrezzi assolutamente irrinunciabili ed assolutamente inutili. Le caccavelle di cucina, appunto.

Due cari amici francesi, Anne e Jean Luc, conoscendo questa mia deviazione mentale, un giorno mi portarono da Parigi una sparabiscotti. Come spiegarvi la mia gioia? Ci misi un po’ a capire cosa fosse, ma questo è un altro discorso… era una caccavella e tanto bastava.

Subito alle prese con il mio nuovo giocattolo, con la fortuna del principiante e la ricetta allegata alla confezione, sfornai dei biscotti da sballo.

Dopodiché finì nella scarpiera e buonanotte al secchio.

Ultimamente mi sono ritrovata alle prese con la frolla montata, grazie alla sfida dell’MTC 56. Avevo poco tempo, ho fatto un tentativo di frolla montata di Massari, ho prodotto uno spatasciamento, buono, ma non mostrabile ad un pubblico in fascia protetta, per cui ho temporaneamente accantonato. Ma non dimenticato.

Oggi ho ripreso il mio giocattolino e ho sparato questi, con la ricetta di allora, che prevedeva dei pesi tutti particolari, in percentuale e forse per questo l’avevo accantonata. Ah, questi francesi!

La frolla montata per sparabiscotti

Ingredienti:

  • 145 g di farina debole (Garofalo W170) miscelata a 10 g di maizena
  • il 40% di uovo (corrisponde all’incirca ad un uovo medio, 60 g senza guscio)
  • pari peso di zucchero a velo (60 g)
  • il 65% di burro (100 g)
  • aromi a scelta (buccia di limone grattugiata)
  • 1 g di sale

Preparazione:

Tagliuzzare il burro a pezzettini, portandolo a temperatura ambiente.

La frolla montata burro

Montarlo per cinque minuti con le fruste a media velocità.

La frolla montata montagiio burro

Aggiungere lo zucchero a velo e continuare a montare per altri dieci minuti.

la frolla montata burro e zucchero

Aggiungere l’uovo ed amalgamarlo bene.

la frolla montata uovo

Togliere le fruste ed usare le spirali per aggiungere farina, sale, maizena e aromi.

la frolla montata farina

Mettere l’impasto nella sparabiscotti.

la frolla montata fine

Sparare i biscotti (un clic per ogni biscotto) in una teglia di alluminio, senza imburrare, tenendo l’attrezzo attaccato al fondo e perpendicolare. Sollevando la pistola, il biscotto resterà attaccato alla teglia.

la frolla montata biscotti sparati

Chi non ha la sparabiscotti può usare la sac-à-poche (lo so, si chiama poche à douille, ma certe abitudini sono dure a morire)

la frolla montata sacapoche

Sistemare il contenitore in freezer per un’ora.

Cuocere i biscotti a 190° per 10/12 minuti.

E questo è il mio risultato >chi l’ha dura la vince< e la mia testa è dura assai. Quelli “sparati” hanno mantenuto la forma e comunque erano bassini in partenza, e tali sono rimasti.

La frolla montata evidenza

I biscotti “saccaposciati” si sono allargati un po’, ma non molto. Sono rimasti abbastanza alti, ma, soprattutto. friabilissimi e burrosi. Davvero buoni, non ricordavo più questa ricetta!

La frolla montata per FB sacapoche

Ora parto con le variazioni di aromi e impasti.

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Croissant alla cannabis – troppo giovane per il ’68

Il croissant alla cannabis nasce, come molte delle mie ricette, da un insieme di fattori che si accavallano, si inseguono, si sovrappongono e scompongono, fino a concretizzarsi in un’idea. Il più delle volte, da scartare.

Stavolta, partendo da un’estate trascorsa tra coltivazioni LEGALI (!) di canapa, passando attraverso l’elaborazione di articoli e ricette a base della stessa, arrivando al 50mo appuntamento mensile ed immancabile con l’MTChallenge, che coincide con il giubileo e quindi non si può perdere, cosa poteva uscirne?

La vincitrice della scorsa edizione, Luisa Jane Rusconi (che gli Dei proteggano sempre i suoi cervellotici neuroni, e #lapossino con veemenza), è arrivata al croissant partendo dal pudding, grazie anche anche all’adorabile ed adorata (si percepisce l’ironia?) Alessandra Van Pelt Gennaro, che gli Asi la riparino dalle intemperie (v. Haze).

Ma torniamo all’inizio. Canapa=’68. Troppo vecchia per non esserci, ma troppo giovane per viverlo in prima persona, ne ho subito da adolescente gli strascichi ed i racconti di chi ha partecipato, sentendomi emarginata e con il desiderio di essere nata una decina d’anni prima (poi mi è passato).

Per anni è stato tutto un: eravamo ribelli (con la canapa) – abbiamo lottato (per la canapa) – abbiamo condiviso (la canapa) – abbiamo ottenuto (il divieto di coltivare canapa).

Si, certo, sto semplificando per amor di cronaca. Il ’68 è stato altro e di più, ma confesso che “quella” era una cosa che colpiva molto la mia immaginazione da bambina. Per cui, quando questa estate mi è stato proposto di visitare delle coltivazioni di canapa per ricavarne ricette ed articoli, mi sono messa i pantaloni a zampa di elefante e mi sono portata l’autista perché-non-si-sa-mai.

Quindici ettari di canapa. Solo che era “sativa”, non “indica”, con un contenuto di alcaloide inferiore allo 0,2% e solo nelle foglie. Nessuna traccia nei semi e di conseguenza nella farina, nell’olio, nel latte. Un buon profumo, ma niente effetti collaterali ed al ritorno ho guidato io. In compenso, è gluten free, il che ne fa una “roba” buona.

Il passato non torna e ciò che è perso non si può rivivere. Però restano l’aroma, il sapore di fieno, ed i croissant.

La ricetta ed il procedimento sono copincollati pari pari dal blog Riseofthesourdoughpreacher  . Ho modificato solo la farina sostituendo 40 gr. di Garofalo 350 W con altrettanta farina di canapa. Sativa, ahimè.

croissantcanapa

x circa 12 croissants

400 g farina 00, W300-330 meglio, se non possibile W350 (io 360 g di farina Garofalo W350 e 40 g di farina di cannabis sativa)
220 ml latte
40 g burro ammorbidito a temperatura ambiente 
30 g zucchero
4 g lievito di birra istantaneo
9 g sale
4 g aceto di vino bianco

200 g burro per sfogliatura

In una ciotola sciogliete lo zucchero ed il sale con il latte e l’aceto.
A parte setacciate la farina con il lievito di birra istantaneo.
Unite il burro, gli ingredienti liquidi a quelli secchi fino ad ottenere un impasto grezzo.
È importante che l’impasto non venga lavorato eccessivamente, in modo da evitare di sviluppare la maglia glutinica. Se ciò dovesse accadere vi ritrovereste con un impasto troppo forte che si strappa durante la fase della sfogliatura.
Formate un quadrato e avvolgetelo in pellicola alimentare. Fate riposare il panetto in frigo per 6 ore e se notate che l’impasto lievita dopo un paio d’ore sgonfiate l’impasto.
Poco prima di tirare fuori l’impasto preparate il panetto di burro schiacciandolo tra due fogli di carta da forno come mostrato nei video. Rimettete il panetto di burro nel frigo mentre stendete l’impasto.
Stendete l’impasto a circa 6 mm di spessore facendo in modo che sia largo poco più del panetto di butto e alto due volte l’altezza dello stesso.
Mettete il burro su una metà e richiudetevi l’altro lembo sopra come nel video di Envie de Bien Manger e procedete con la piega a tre (a differenza di quanto mostrato nel video, dove viene fatta una piega a quattro).
Mi raccomando, siate pazienti e per la stesura dell’impasto fate esattamente come lui, soprattutto la cosa di schiacciare con il mattarello, perché così non rischierete di strapparlo.
Avvolgete l’impasto in pellicola alimentare e fate riposare in frigorifero circa mezz’ora.
Stendete il rettangolo, avendo cura che la piega sia alla vostra destra, tirandolo ad una lunghezza corrispondente a tre volte il lato corto e fate una piega a tre come mostrato nel video.
Avvolgete in pellicola alimentare e fate riposare in frigorifero circa mezz’ora. Ripetete la piega a tre e il riposo in frigo. Se fa eccessivamente caldo fate riposare 15′ in frigo e 15′ in freezer.
Fuori dal frigo dividete l’impasto in due e stendete le due porzioni ad una dimensione di 26 x 34 cm e uno spessore di circa 3-4 mm ciascuna. Il piano di lavoro deve essere infarinato a sufficienza, ma non esagerate!
Sbattete l’impasto sul piano di lavoro due volte, per favorire sfogliatura, dopodiché tagliate dei triangoli dalla base di 11 cm circa (io uso un coltello molto grande e affilato tipo da macellaio).
Fate riposare i triangoli per 20′ in frigo prima della formatura.
Fuori dal frigo stirate leggermente la punta dei triangoli, praticate una piccola incisione in mezzo alla loro base e arrotolate con delicatezza i lembi senza premere né stringere troppo l’impasto.
Se fate i croissant la sera per il mattino lasciateli lievitare sulla teglia per un’ora, coperti con pellicola alimentare, dopodiché metteteli in frigo per tutta la notte.
La mattina tirate i croissants fuori dal frigorifero almeno due ore prima della cottura, spennellateli con dell’uovo sbattuto e passato attraverso un colino a maglia fitta muovendo il pennello dal centro del croissant verso l’esterno per evitare che l’uovo faccia attaccare gli strati della sfoglia e copriteli con pellicola alimentare.
I croissant vanno lasciati lievitare a temperatura ambiente almeno due ore (con il caldo agostano, probabilmente in settembre saranno necessaire tre ore) e sono pronti quando tremano un po’ come un budino quando la teglia viene leggermente scossa (non esagerate, dopotutto non vorrete mica compromettere la lievitazione!).
Se volete cuocerli il giorno stesso disponete i croissant su una teglia da forno coperta con carta oleata, spennellateli l’uovo sbattuto, coprite con pellicola alimentare e lasciate lievitare a temperatura ambiente per circa 2-3 ore.
Prima di cuocere i croissant spennellateli nuovamente con l’uovo sbattuto.
Preriscaldate il forno a 220° C per 5′, cuocete per circa 10′ dopodiché abbassate la temperatura a 200°C e cuocete ulteriori 10′ o finché ben dorati.
Fuori dal forno fate raffreddare su una gratella.”

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Ringalluzzita dalla splendida riuscita, li ho farciti con una crema di peperoni gialli frullati con qualche goccia di olio di peperoncino piccante e formaggio fresco spalmabile, e due fette di prosciutto di suino nero calabrese, perché mi piaceva l’idea del rustico. E, dopo tanto scrivere, è giunta l’ora di fare merenda.

Buon MTChallenge a tutti! bannersept

 

Caffè alle nocciole – indietro nel tempo

Il caffè alle nocciole mi riporta agli inizi degli anni novanta.

Avevo il pargolo piccino, ed era la scusa ideale per una gita ad Edenlandia, il parco giochi di Napoli, che mi tentava da tempo.

Mentre i genitori sconsiderati cercavano di trascinare il malcapitato infante tra vascelli del terrore, ruote vorticose e navicelle a testa in giù, l’ingrato fanciullo insisteva per restare sull’insulso funghetto della giostra per bimbi. Strani gusti.

Così, i due corresponsabili di tale recalcitrante essere si alternavano tra esperienze da brivido e sorveglianza del funghetto.

Tra un vortice e l’altro, incontrai, per la prima volta, il caffè alla nocciola. Non so dire se mi piacque. Da allora non l’ho più assaggiato e ne ho un ricordo vago. Mi è tornato in mente cercando una farcitura per il pan di Spagna alle nocciole di Leonardo di Carlo, per l’MTChallenge n° 47.

La ricetta del pds è sul blog di Caris, alias Maria Grazia: Cooking Planner e vi consiglio caldamente di leggere tutto l’articolo, perché è più esaustivo di una lezione con lo chef. Non c’è solo questa ricetta, ma anche il pds di Massari e tantissime dritte per una perfetta riuscita.

Io vi riporto qui la parte che riguarda il mio dolce.

Pan di Spagna alle nocciole di Leonardo di Carlo (io ho realizzato due dolcetti monoporzione ed ho utilizzato 1/5 delle dosi indicate)

Uova intere 500 g (io 100 gr.)

Zucchero semolato 235 g (47 gr.)

Zucchero invertito (anche miele delicato) 25 g (5 gr.) lo zucchero invertito l’ho trovato da un fornitore per pasticcerie

Buccia di limone grattugiato fine 2 g (non l’ho messa)

Sale fino 1,5 gr. (un pizzichino)

Farina debole W 170 (ho usato quella di Garofalo) 235 g (50 gr.)

Polvere di nocciole 150 g (difficilissimo trovarla molto fine: anche questa da un fornitore per pasticcerie, setacciata più volte. Per averne 25 gr. accettabili ne ho setacciati 200 gr.)

Burro fuso a 45°C 60 g (12 gr.)

Unire i primi cinque ingredienti, mescolare e scaldare tutto a 45°-50° C, mettere in planetaria e montare con la frusta fino a una massa voluminosa e stabile.

Incorporare delicatamente la farina setacciata (due volte) unita alla farina di nocciole, prelevare 1/10 della massa e unire a questa il burro fuso, quindi aggiungere delicatamente al resto della massa, mettere in stampi e cuocere subito a 180-170° per 20-25 minuti (per tortiere alte 4-4,5 cm), tenendo un cucchiaio di legno fra lo sportello del forno.

Devo dire che con l’aggiunta del burro, questo pds somiglia al classico dolce della nonna, quello che si mangia a merenda senza alcuna aggiunta.

Denso e compatto, si scioglie gradevolmente in bocca, ma è meno spugnoso di quello senza burro.

Consigliabile la bagna, non troppo dolce, se si utilizza farcito.

Io l’ho bagnato con poco caffè amaro, poi l’ho farcito con una crema alla nocciola.

pds nocciola di carlo

Crema alla nocciola 

  • 100 gr. di nocciole tostate
  • 100 gr. di panna fresca
  • 50 gr. di zucchero

Tritare nel mixer le nocciole, fino a quando inizieranno a rilasciare l’olio.

Continuare ad intervalli, per non surriscaldare l’apparecchio, raccogliendo con una spatola le nocciole che si attaccheranno alle pareti del contenitore e riportandole al centro.

Quando si sarà formata un pasta densa, passarla al setaccio (in alternativa, si può utilizzare la pasta di nocciole che si trova in commercio. In genere è già zuccherata, per cui eliminate lo zucchero dagli ingredienti).

Montate la panna con lo zucchero ed amalgamatela delicatamente alla pasta di nocciole.

Tagliate il pan di Spagna in due strati all’altezza di 2 centimetri circa, bagnateli con caffè amaro, farciteli con la crema preparata, poi spalmate con una spatola altra crema sui lati e sulla superficie del dolce.

Tritate grossolanamente una decina di nocciole e rivestite il bordo del dolce.

Mettete in frigo.

Ritagliate da un foglio di acetato un cerchio delle dimensioni del dolce e poggiatelo su carta forno.

Sciogliete a bagnomaria 30 gr. di cioccolato al gianduia con pochissimo burro e versatelo sul disco di acetato, livellandolo bene con una spatola.

Quando sarà raffreddato, staccatelo delicatamente e poggiatelo sul dolce.

Per tagliare il dolce senza rompere il disco di cioccolato, riscaldate leggermente la lama del coltello.

 

Caffè alle nocciole

Attendete il termine della digestione prima di andare sulle montagne russe.

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Dolce alla mousse di lamponi – di necessità virtù

Un dolce alla mousse di lamponi? E perché mai?

Chi mi conosce sa che non ho una grande passione per i dolci, in particolare il pan di Spagna, e ancor meno per la frutta fuori stagione.

Ergo: quale spiritello maligno mi ha improvvisamente invasata al punto da farmi realizzare un dolce con pan di Spagna e lamponi? Facile: si chiama MTChallenge.

Per chi non lo sapesse, è una sorta di sfida mensile tra foodblogger, (in realtà, direi una parata di miracoli culinari), che si rinnova ogni mese con un nuovo tema, indicato dal vincitore del mese precedente.

In questo caso, è toccato a Caris, del blog Cooking Planner, e il tema scelto è il pan di Spagna (leggete e vi si aprirà un mondo).

Ricordo i miei compleanni come una sorta di incubo a base di creme al sapore di detersivo al limone e di pan di Spagna simil-cartone pressato, intonacato con triplo strato di panna alla calce.

Era ora di resettare e ripartire. Chi meglio di Massari poteva aiutarmi? E quindi, vado con la sua ricetta montata a freddo.

Primo problema: sono per qualche giorno a casa di mia madre e non ho planetaria, non ho stampi, non ho anelli, non ho fogli di acetato. Il mio spacciatore di “roba” buona è lontano. Però, oramai sono partita e non posso fermarmi. La necessità aguzza l’ingegno.

Un comunissimo mixer a fruste, gli stampi multiformi prestati dalla vicina, l’acetato della cartoleria che non è rigido e si piega tutto, ma non fa nulla, in qualche modo ci si arrangia, partiamo con una dose piccolina, tanto per provare…

Pan di Spagna montato a freddo di Iginio Massari:

  • 150 gr. di uova intere
  • 100 gr. di zucchero
  • 1 gr. di sale
  • 75 gr. di farina Garofalo W170
  • 25 gr. di fecola di patate

In una planetaria, (ma può farsi anche con il semplice sbattitore), montare uova e zucchero lavorando a media velocità.

L’impasto è montato quando tenendo la spatola in verticale si forma questa colata leggermente appuntita ed arrotondata, chiamata a “becco d’uccello”

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Setacciare due volte la farina bianca e la fecola e incorporare delicatamente a pioggia.

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Versare negli stampi imburrati ed infarinati fino a 2/3 dell’altezza ed infornare a 170° per venti minuti.

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Il pan di Spagna è pronto quando, premendo con un dito, non rimane la fossetta.

Cospargete il fondo del pds con zucchero semolato e mettete a raffreddare su carta forno.

Quando sarà raffreddato, tagliate il pds all’altezza di un paio di cm.

Tutto qui? Si, tutto qui. E, nonostante i miei dubbi e le difficoltà aggirate in maniera molto artigianale, mi è venuto un pds fenomenale. Perché quando le ricette sono valide, riescono anche ai dummies.

A questo punto, come farcirlo in maniera originale, inusuale, fuori dagli schemi, particolare?

Intanto, decido per l’assemblaggio al contrario, per cui ci vuole una mousse, magari un po’ sostenuta.

Il Doc, mio paziente coinquilino a vita, assaggia le briciole e fa: ma perché qualcosa di particolare? E’ così buono!

A questo punto, mi ricordo dei lamponi raccolti l’estate scorsa che giacciono dimenticati nel freezer materno, e decido:

Mousse di lamponi e cioccolato bianco:

  • 150 gr. di cioccolato bianco Lindt
  • 250 gr. di panna fresca
  • 60 gr. di lamponi
  • il succo di mezzo limone
  • tre cucchiai di zucchero
  • 4 gr. di gelatina in fogli

Mettete i fogli di gelatina a mollo in acqua fredda.

Tagliate i lamponi (tenetene 4/5 per guarnire) e irrorateli con il succo di limone ed un cucchiaio di zucchero.

Portate a bollore 150 gr. di panna e versatela sul cioccolato bianco spezzettato.

Aggiungete la gelatina strizzata e mescolate bene con il frustino, fino a completo scioglimento.

Montate la panna con lo zucchero rimasto e passate i lamponi, ben scolati, al setaccio.

Unite la purea di lamponi al cioccolato bianco sciolto con la panna, poi aggiungete delicatamente la panna montata.

Poggiate uno stampo ad anello su un foglio di acetato e versate uno strato di mousse della stessa altezza del pan di Spagna, livellando bene, poi mettete in frigo.

Dopo una mezz’ora, togliete lo stampo dal frigo e ponete sulla mousse un disco di pds, di diametro inferiore al cerchio che state utilizzando, imbevuto con il succo in cui hanno macerato i lamponi.

Riempite con la mousse lo spazio tra il pds e le pareti dello stampo (una siringa per dolci vi sarà di grande aiuto), poi formate un altro strato di mousse e rimettete in frigo (vi prego di notare l’interno del pds: una nuvola!)

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Terminate con un altro disco di pds, riempite bene gli spazi e lasciate raffreddare.

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Sformate e decorate a piacere.

PdS Massari a freddo

E devo dare ragione al Doc, tanto per cambiare. Un pds da favola, sarebbe stato un peccato “inquinarlo” con sapori forti e sovrastanti. Una mousse leggera ci sta divinamente bene.

 

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Tortine panna e miele – la pasta biscotto è di Santin, un mondo a parte

Le tortine panna e miele, sia chiaro, non sono le “simil-fette-ecc.”.

Odio le ricette che descrivono le merendine proprio come quelle del supermercato. Ma scherziamo? Io me le faccio in casa proprio perché non voglio che siano come quelle del supermercato. Anzi, la differenza si deve sentire, eccome. Ecco perché queste tortine ricordano qualcosa in commercio, se non altro come forma, ma sono tutt’altra cosa. Più sana, per esempio.

Per fare la base ho utilizzato la ricetta della pasta biscotto di Maurizio Santin, tanto per andare sul sicuro. Ecco come si fa:

  • 125 gr. di zucchero semolato
  • 50 gr. di tuorlo
  • 250 gr. di uova intere
  • 35 gr. di cacao amaro
  • 30 gr. di fecola di patate
  • 30 gr. di farina 00
  • 50 gr. di burro

Accendere il forno a 180°.

Setacciare cacao, farina e maizena. Sciogliere il burro e lasciarlo intiepidire.

Nel frattempo, montare uova e tuorlo con lo zucchero, aggiungendolo poco per volta. Si deve ottenere una crema molto soffice e spumosa.

Aggiungere in due riprese farina, maizena e cacao setacciati insieme.

Prendere un po’ del composto e miscelarlo al burro fuso, poi unirlo al resto dell’impasto, con delicatezza.

Versare l’impasto in uno strato sottile (4/5 mm.) sulla teglia ricoperta di carta forno ed infornare per 12 min.

Montare 500 gr. di panna fresca e quando è quasi pronta versare a filo 50 gr. di miele di tiglio.

Con questa crema farcire metà della pasta biscotto e ricoprire con l’altra metà.

Raffreddare bene, poi tagliare in quadretti o in fette rettangolari.

Volendo, si può anche spolverare con zucchero a velo oppure, per una farcitura più dolce, si può aggiungere un po’ di zucchero alla panna.

Tutto un altro mondo!IMG_0094[1]

 

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Frolla al the matcha

Una pasta frolla particolarmente aromatica e profumata, con un piccolo tocco pungente.

Il the matcha conferisce all’impasto quel sentore di oriente che lo rende adatto alla realizzazione di ricette particolari, originali. Un gusto che si sposa bene con le creme leggere, con la frutta non troppo dolce, con confetture speziate. Sicuramente da provare. Se l’idea vi attira, qui ci sono gli ingredienti:

  • 300 gr. di farina 00
  • un cucchiaino colmo di the matcha
  • 150 gr. di burro
  • 80 gr. di zucchero
  • un uovo medio (65/70 gr.)

Tagliate il burro a pezzettini e rimettetelo in frigorifero a raffreddare.

Setacciate la farina con la polvere di the matcha ed impastatela con il burro velocemente, con la punta delle dita, ottenendo un composto sbriciolato. Questa procedura si chiama “sabbiatura”.

Sbattete leggermente l’uovo con lo zucchero ed aggiungetelo, in un mixer o nella planetaria, all’impasto sbriciolato.

Appena il tutto si sarà amalgamato, formate una palla, avvolgetela in pellicola da cucina e rimettete il tutto in frigo per un paio d’ore.

Stendete la frolla al the matcha la ed utilizzatela a piacere, per crostate, biscottini o tartellette. In questa occasione io l’ho farcita con una ganache al cioccolato e cardamomo.

Sublime! La frolla al the matcha è al primo posto nella EatParade di oggi!