Ravioli di barbabietola con spinaci e ricotta

Ravioli di barbabietola

Una delle usanze meno “usate” sulle tavole calabresi natalizie, è l’insalata di barbabietola.

Per tradizione non può mancare, insieme ad un numero imprecisato di altri piatti che nutriranno la famiglia fino a capodanno.

C’è sempre, dicevo, ma non la mangia mai nessuno, o quasi. Continua a leggere “Ravioli di barbabietola con spinaci e ricotta”

Chitarra al tartufo estivo

Chitarra al tartufo

Il tartufo nero estivo è più rustico e resistente alle basse temperature del suo prezioso parente bianco.

La variante meno pregiata, detta “scorzone” è meno aromatica e saporita, ma è comunque un ottimo prodotto da gustare in svariati accostamenti.

Sull’altopiano del Pollino si trova con relativa facilità e avere amici cercatori e soprattutto generosi, porta all’ovvio risultato: una bella scorta di tartufi e un pranzo in compagnia.

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Struncatura: il gusto antico della povertà

Struncatura

Un tempo, nei numerosi mulini delle zone agricole reggine, in particolare nella piana di Gioia Tauro, venivano lavorati diversi tipi di farine:  grano duro, mais, ma anche farro, segale, avena. Ma anche cicoria, caffè, mangime per animali.

A fine giornata gli operai raccoglievano i residui della lavorazione e le mani sapienti e abili delle fantasiose donne di casa li impastavano con acqua e ne ottenevano una pasta simile alle tagliatelle, che era il formato più facile da realizzare.

La pasta ricavata da questo insieme di rimasugli non sempre aveva un sapore gradevole, Continua a leggere “Struncatura: il gusto antico della povertà”

Tortelli di zucca ricetta tradizionale

Tortelli di zucca

Uno dei miei più grandi interessi é sempre stato il ballo, in tutte le sue forme. Ho frequentato corsi di danza classica, moderna, ginnastica ritmica, artistica, ballo da sala, latino-americani, tango, e chi più ne ha più ne metta.

L’ho amato talmente tanto che ho preso un diploma da maestra di ballo e ho insegnato per anni.

Il mio primo incontro con i tortelli di zucca, lo ricordo perfettamente: fu proprio in occasione dell’esame, Continua a leggere “Tortelli di zucca ricetta tradizionale”

Busiate alla trapanese, somiglianze tra cugini

Le busiate: amici calabresi, non trovate una certa somiglianze con i nostri fileja? Entrambi lavorati a mano, entrambi arrotolati sul ferretto… poi, certo, si spazia con i condimenti.

Niente di strano, in fondo siciliani e calabresi sono cugini e la cuginanza, si sa, è un legame forte, amorevole, affettuoso.

I miei cugini gemelli, nove anni più di me, vivevano in Piemonte ed io andavo lì a passare le vacanze con mia nonna. Ero la loro vittima, mi facevano un sacco di scherzi anche cattivelli, ma io li adoravo e li seguivo ovunque. Continua a leggere “Busiate alla trapanese, somiglianze tra cugini”

Tortelli di fegatini con riduzione al miele e fiori di acacia croccanti

Quest’anno, causa reclusione da coronavirus, la primavera mi è sfuggita sotto il naso e non sono riuscita a fermarla.

In questa meravigliosa oasi calabrese, la primavera arriva molto presto e a maggio, quando ho ricominciato a mettere cautamente piede fuori casa, l’acacia era già, ahimé, sfiorita.

Però l’altro ieri ho fatto una capatina in Sila, nella casetta di montagna, per controllare che fosse tutto a posto. E lì la primavera è adesso. A 1200 mt. le acacie faticano a reggere la fioritura, così come i sambuchi e i susini selvatici. Ecco, devo dire che tutto ciò mi ha dato la conferma di quanto noi esseri umani siamo inutili e, anzi, dannosi. Continua a leggere “Tortelli di fegatini con riduzione al miele e fiori di acacia croccanti”

Gnocchi al ragu per il Club del 27. Per niente facili.

Se credete che preparare gnocchi al ragu sia semplice, per la serie “eccheccevo’“, non avete mai sentito parlare di MTChallenge e non avete mai letto il libro “Facciamo gli gnocchi” edito da Gribaudo dove, immodestamente, compaio anch’io tra gli autori delle ricette.

In occasione del Club del 27 vengono riproposte alcune delle ricette del libro ed io ho voluto scegliere la più tradizionale, la più classica, per dare il giusto risalto alla preparazione degli gnocchi stessi.

Lo gnocco perfetto è quello che non contiene uova, ma non si sfalda. Si scioglie in bocca, ma non si spappola. E’ consistente, ma non va richiede masticazione. Raccoglie il condimento, ma non lo sovrasta. E vi pare poco?

La ricetta del ragù è di Annarita Rossi del blog Il bosco di alici.

Gnocchi al ragu per il Club del 27

Gnocchi al ragu

Per gli gnocchi

  • 600 g di patate
  • 180 g di farina
  • sale

Per il ragu

  • 500 g di macinato misto di maiale e manzo
  • 1 vasetto di concentrato di pomodoro
  • 1/2 bicchiere di vino rosso
  • 1/2 cipolla
  • 1 carota piccola
  • 1 costa di sedano
  • 2-3 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • sale, pepe

Per servire, grana grattugiato.

Preparare gli gnocchi seguendo il procedimento che trovate QUI

Gnocchi al ragu

Tritate finemente la cipolla, la carota, il sedano e fateli soffriggere in un’ampia casseruola, in olio caldo, ma non bollente.

Quando gli odori saranno teneri, aggiungete la carne e fatela rosolare bene, mescolandola di frequente, a fiamma viva.

Bagnate poi con il vino rosso e fate evaporare.

Aggiungete infine il concentrato di pomodoro, salate leggermente, abbassate la fiamma e coprite: fate cuocere il ragu per almeno un’ora e mezza, controllando di tanto in tanto.

Aggiungete un mestolino di acqua calda, o di brodo, nel caso fosse troppo denso, e regolate di sale e pepe.

Cuocete gli gnocchi in acqua bollente leggermente salata, per pochi minuti, raccogliendoli con una schiumarola man mano che salgono a galla.

Conditeli con il ragu in una terrina, spolverate con abbondante grana grattugiato e gustatevi i vostri gnocchi al ragu.

Orecchiette alle cime di rapa

Le orecchiette ho imparato a farle in un tempo remoto, quando ero all’università, da una collega di Noicàttaro, un paese in provincia di Bari. Si chiamava Lucrezia, il cognome non lo ricordo, ma rammento benissimo la velocità con cui realizzava queste minuscole “scodelline” di pasta, strisciando la lama del coltello e ripiegandole sul dito.

Mentre io, sudando sette camicie riuscivo finalmente a farne una decente, lei aveva già prodotto orecchiette per tutta la facoltà, compresi i lavavetri. Continua a leggere “Orecchiette alle cime di rapa”