La frolla Milano di Massari l’ho assaggiata come base di una crostata.
Perché si chiami “frolla Milano”, non lo so. Ma so che me la sono segnata, evidenziata, sottolineata, perché sapevo che avrei dovuto necessariamente rifarla: mancava il quando.
Ci voleva una motivazione forte come l’MTChallenge, la spinta di Dani e Juri di Acqua e Menta che, vincendo la sfida precedente, hanno deciso che il tema dell’MTC56 siano i biscotti.

E’ ormai noto che, quando mi avventuro nella preparazione di qualcosa di “serio” (mica pizza e fichi, per dire), vado direttamente alle fonti. Per fare il brodetto di pesce sono salita nella barca del pescatore, per i croissant alla canapa mi sono immersa nella piantagione (di sativa, sia chiaro) e così via.
Per la frolla, che potevo fare? Ovviamente, sono andata da Iginio Massari (e c’era anche Sal De Riso, tanto per andare sul sicuro).

Ovviamente, ci voleva come sempre il tocco calabrese. Via il limone, sostituito dal cedro di cui la Calabria è produttrice di eccellenza. Anzi, venite a visitare la Riviera dei Cedri, se volete conoscere il Paradiso in terra.
Ecco intanto la ricetta della frolla Milano di Iginio Massari (tra parentesi le mie modifiche)
Ingredienti
125 g di burro
100 g zucchero a velo
25 g miele d’acacia(miele di agrumi)
1 scorza di limone grattugiata (cedro)
1 baccello di vaniglia (non l’ho messa)
50 g di uova intere
1 g sale
250 g farina bianca 00
2 g lievito in polvere (facoltativo, io non l’ho usato)
(Ho aggiunto nell’impasto 50 g di cedro candito a pezzettini)

Procedimento
Massari suggerisce l’uso della planetaria, ma le dosi della ricetta originale sono molto più abbondanti delle mie.
Io ho preferito fare tutto a mano, su un piano di marmo.
Ho lavorato il burro morbido, ma ancora plastico, con lo zucchero a velo, il miele e la buccia grattugiata di cedro, aiutandomi con la lama di un coltello.
Ho aggiunto l’uovo (uno piccolo), il sale ed infine la farina ed il cedro candito, lavorando tutto molto velocemente e rinfrescandomi le mani in una bacinella di acqua con ghiaccio.
Ho raccolto l’impasto a palla e messo in frigo, avvolto in pellicola alimentare, per un paio d’ore.
Ripreso l’impasto, l’ho steso a circa 1,5 cm di spessore e l’ho ritagliato con gli stampini in alluminio.

Trattandosi di un impasto molto morbido, avevo un po’ paura che perdesse la forma, così l’ho cotto direttamente negli stampini, a 180° per 20 minuti.
Ho voluto ulteriormente insaporire un angolino dei biscotti con una glassa di zucchero a velo, succo di cedro e scorza grattugiata.

Per essere una che non ama i dolci, devo confessare di averli apprezzati moltissimo.
Vorrei potervi dire quanto a lungo si conservano, nella classica scatola di latta, ma onestamente non lo so.
Alla scatola di latta non ci sono arrivati.
