Alla faccia di diete e colesterolo, ogni tanto ci concediamo una cotoletta di caciocavallo.
Non friggo spesso, più o meno una volta la settimana. In generale, cerco di variare il più possibile l’alimentazione, uso molta verdura nei miei piatti, cucino con pochi grassi e poco sale.
Però, ogni tanto, uno strappo ci vuole, altrimenti la voglia di trasgressione diventa inarrestabile, e poi non ci si ferma più.
Questa è una delle nostre trasgressioni preferite, anche perché il caciocavallo DOP ce l’abbiamo a portata di mano.
Derivato dal latte delle vacche di razza podolica, presenti in numerosi allevamenti calabresi, in particolare sull’altopiano della Sila, viene prodotto seguendo un rigido disciplinare che ne garantisce l’origine protetta.
E’ un formaggio a pasta filata, dal sapore delicato e dalla consistenza morbida, se consumato fresco.
Lasciato stagionare acquista un gradevolissimo sapore salato, poichè i suoi componanti si concentrano grazie all’evaporazione dell’acqua al suo interno.
Si trova ormai dappertutto, è diventato un’eccellenza nazionale e un prodotto di vanto del territorio.
Provate a gustarlo così.
Cotoletta di caciocavallo
- 8 fette di caciocavallo DOP spesse 1 cm.
- un bicchiere di latte
- farina tipo 1
- due uova
- pane secco
- sale, pepe
Mettete le fette di caciocavallo in una terrina, coperte con il latte
Tritate il pane con il mixer, non troppo fine (non usate il pangrattato commerciale)
Sbattete le uova con il sale ed il pepe, fino a farle schiumare.
Scolate le fette di caciocavallo, senza asciugarle ed infarinatele accuratamente.
Immergetele bene nelle uova sbattute, da tutti i lati.
Passatele in ultimo nel pane tritato, controllando che tutta la superficie sia ricoperta.
Friggete la cotoletta di caciocavallo in abbondante olio bollente, fino a completa doratura.
Consumate calde.
Provate anche a condirle con poca salsa di pomodoro e basilico fresco: un tocco di gusto in più!
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