Castagnaccio fiorentino e l’albero sacro

Castagnaccio

Il castagnaccio è una preparazione dolce che si perde nella notte dei tempi. Il castagno arrivò dall’Oriente ed è considerato un simbolo religioso della Trinità, poiché ogni riccio contiene tre frutti. Era sacro per gli Etruschi, che lo diffusero in Toscana.

Con la farina di castagne si produce questo squisito dolce autunnale, molto gradito anche a chi è celiaco, in quanto privo di glutine. Continua a leggere “Castagnaccio fiorentino e l’albero sacro”

Cicerchiata calabrese

La cicerchiata:

è un dolce tipico di varie zone (in Campania, ad esempio, si chiamano struffoli), e viene preparato sia a Natale che a Carnevale. E’ velocissimo e gustoso. Il nome deriva dalla cicerchia, legume dalla forma sferica a cui somigliano i “chicchi” che compongono questa dorata montagnola.

Impastiamo

  • 250 gr. di farina 00 con
  • 2 uova,
  • 25 gr. di zucchero,
  • 20 gr. di burro ed
  • un bicchierino di vino bianco (o vermouth, o moscato, o anice; a piacere).

Formiamo dei rotolini dello spessore di 1/2 cm. e tagliamoli a tocchetti della grandezza di una cicerchia, appunto, o di un cece.

Friggiamoli in olio bollente e facciamoli scolare su carta assorbente.

Poi li immergiamo nel miele millefiori sciolto in un pentolino.

Componiamo la cicerchiata a piramide in un piatto, guarnendola con confettini colorati.

Io aggiungo anche nocciole e mandorle tostate e passate a loro volta nel miele!

Con una ricetta siile si preparano i turdilli

Pandoro delle Simili – con lievito di birra

Il pandoro:

non piace a tutti, c’è chi preferisce il panettone, con tutte le possibili varianti. Resta tuttavia un dolce immancabile per il Natale. Le ricette sono tantissime; il più classico si prepara con il lievito madre, ma non tutti ce l’hanno. Si può ovviare con questa ricetta delle sorelle Simili, che riporto esattamente dal loro libro :”Pane e roba dolce”.

Il lievitino: Fondere 15 gr. di lievito di birra in 60 gr. di acqua tiepida, unire un cucchiaio di zucchero, un tuorlo, 50 gr. di farina di forza (manitoba) e battere finché sarà bene amalgamato e liscio, coprire e fare lievitare fino al raddoppio (50/60 minuti).

1° impasto: Aggiungere al lievitino 3 gr. di lievito di birra fuso in 2 cucchiaini di acqua, 25 gr. di zucchero, 200 gr. di farina di forza e 1 uovo, mescolare e battere vigorosamente poi unire 30 gr. di burro a temperatura ambiente, e battere finché non sarà bene amalgamato. Coprire e lievitare fino al raddoppio, circa 45 minuti in luogo tiepido.

2° impasto: Unire al 1° impasto 2 uova, 100 gr. di zucchero, 200 gr. di farina, 1 cucchiaino di sale, i semi di una stecca di vaniglia e battere finché tutto sarà bene amalgamato, circa 8-10 minuti. Schiacciare l’impasto, ripiegarlo su se stesso, metterlo in una ciotola unta di burro e fare lievitare 1 ora, 1 ora e mezza, fino al raddoppio, coperto. Passato questo tempo mettere la ciotola in frigorifero per circa 30-40 minuti. Rovesciare la pasta sul tavolo, tirarla con un mattarello formando un quadrato, distribuire al centro 140 gr. di burro morbido a pezzetti, portare i quattro angoli al centro fissando la pasta e chiudendo il burro, spianare delicatamente in un rettangolo e piegare in tre (pieghe “a libro” ndr). Riposare 15-20 minuti in frigorifero, spianare di nuovo e piegare ancora in 3 e riposare 15-20 minuti. Dare ancora una piega e riposare. Dopo quest’ultimo riposo formare una palla inserendo sotto i bordi, e ruotando sul tavolo con le mani unte di burro (“pirlatura” ndr). Disporre in uno stampo a stella alto 19/20 cm., unto di burro, mettendo la parte rotonda verso il fondo. Coprire e lievitare finché la cupola uscirà dal bordo e cuocere in forno a 170° per 15 minuti, poi abbassare a 160° per altri 10 minuti. Prima di togliere fare la prova stecchino.

Io ho suddiviso l’impasto in dodici stampini da 100 gr., senza variare i tempi di cottura. Ho “siringato” qua e là alcuni dei pandorini con mandarinetto, e li ho ricoperti con una glassa preparata aggiungendo poche gocce di liquore e acqua allo zucchero a velo. La stessa cosa ho fatto con limoncello, e con cointreau, guarnendo rispettivamente con zeste di mandarini, limoni ed arance.

 

Turdilli calabresi

turdilli calabresi, o turdiddri, dolci tipici ricoperti di miele, si preparano per tradizione nel periodo natalizio, e si conservano a lungo in una scatola di latta.

Ve li proponiamo oggi, giornata dedicata a dolci fritti natalizi sul Calendario del Cibo Italiano.

alto crotonese

Siete giusto in tempo per prepararli per le vostre tavole di Natale, o per farne omaggio a parenti e amici. Un regalo dolce e appetitoso che sarà sicuramente apprezzatissimo.

Gli ingredienti sono:

  • 1/2 kg. di farina 00,
  • 250 gr. di olio evo,
  • 250 ml. di vino moscato o vermuth,
  • 50 gr. di zucchero,
  • cannella, scorza d’arancia, miele di fichi,
  • olio per friggere,
  • monpariglia per decorare.

Si porta a bollore il moscato con l’olio, lo zucchero, la cannella e la scorza d’arancia grattugiata, poi si lascia intiepidire e si impasta con la farina. Si deve ottenere un impasto morbido, con il quale si formerà un rotolo di un paio di cm. di diametro, che si taglierà a tocchetti.

I grossi “gnocchi” così ottenuti si strisceranno sull’apposito attrezzo, o sui rebbi di una forchetta, e verranno fritti in abbondante olio bollente per 5/6 minuti.

Dopo averli scolati e lasciati raffreddare, li passeremo nel miele di fichi riscaldato in un pentolino.

Volendo, i turdilli calabresi si possono rotolare nella monpariglia, per dare un tocco di colore. In alternativa al miele di fichi si può utilizzare miele di acacia, o di castagno.

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