Focaccia ripiena di salsiccia e friarielli

Focaccia ripiena di salsiccia e friarielli

FOCACCIA RIPIENA DI SALSICCIA E FRIARIELLI

Per l’impasto

  • 1/2 kg di farina di semola rimacinata
  • ½ kg di farina 0
  • 20 gr di lievito di birra
  • 750 ml di acqua
  • 20 gr di sale

Per il ripieno

  • 500 g di broccoli di rapa (friarielli) puliti e lavati
  • 2 salsicce dolci
  • 2 salsicce piccanti
  • Due spicchi di aglio sbucciati
  • Olio extra vergine di oliva
  • Sale

Focaccia ripiena di salsiccia e friarielli

Preparate l’impasto in planetaria sciogliendo il lievito di birra in un poco di acqua e aggiungendo poco alla volta le farine alternandole all’acqua e in ultimo il sale, fino ad ottenere un impasto morbido e leggermente appiccicoso.

Coprite la ciotola con pellicola alimentare e lasciate lievitare fino al raddoppio (3/4 ore).

Soffriggete l’aglio nell’olio, poi schiacciate gli spicchi con una forchetta e toglieteli. Sbriciolate la salsiccia nella stessa padella e fatela  cuocere a fuoco medio, fino a scioglimento del grasso, poi toglietela e tenetela da parte.

Nel condimento formatosi mettete i broccoli (foglie e cime) tagliuzzati grossolanamente, aggiungete il sale e un bicchiere di acqua, poi coprite con un coperchio e lasciate cuocere a fuoco lento fino a quando diventeranno teneri. Mescolateli con la salsiccia sbriciolata.

Stendete metà dell’impasto in una teglia da 26/28 cm di diametro, facendolo risalire lungo i bordi, poi farcite con i broccoli e salsiccia e ricoprite con l’altra metà dell’impasto, sigillando bene tutt’intorno.

Lasciate lievitare un’altra ora, poi cuocete nella parte bassa del forno a 200 °C per 15 minuti, poi a 180 °C per altri 30 minuti, fino a doratura della superficie.

Per la giornata nazionale della focaccia sul Calendario del Cibo Italiano

Yogurt flatbread per il Club del 27

Lo yogurt flatbread, ovvero la focaccia allo yogurt, è un valido sostituto del pane.

E’ soffice e leggero, facile da preparare e si può insaporire con spezie ed erbe aromatiche.

La ricetta è tratta dal libro “The weekday vegetarians” di Jenny Rosenstrach ed è stata realizzata Continua a leggere “Yogurt flatbread per il Club del 27”

Grupariata: la focaccia che non ti aspetti e la storia dei due colombi

Grupariata

La grupariata è una focaccia tipica del paese di Luzzi, nella presila cosentina.

La parola “grupariata” vuol dire “bucherellata”, riferito ai fori che si creano quando viene condita.

La sua origine è legata ad una leggenda tenera e commovente e la sua preparazione, sebbene molto semplice, è fuori dall’ordinario.

Prevede, infatti, un impasto a base di farina e polpa di pomodoro. Ecco la storia della sua origine (QUI il video).

“Franceschina era nata e cresciuta a Luzzi. Era sposata da anni con Peppino ed erano due brave persone, si volevano bene. Il loro unico cruccio era di non avere avuto figli. La donna trascinava le gambe verso il convento, in cerca di legna, come faceva ogni giorno. E come ogni giorno, pregava la Madonna affinché le facesse dono di quella maternità che fino a quel momento le era stata negata. Da lontano, udì voci concitate e vide le suore accalcate davanti al portone. Appena la videro la chiamarono e le dissero subito: “Franceschì, proprio tu ci volevi! Guarda cosa abbiamo trovato davanti al portone, te ne vuoi prendere cura?” e le porsero un cesto, dove si agitava qualcosa.

Franceschina pensò subito “come sono fortunata! Ci sarà magari una gallina, o addirittura un coniglio! E se fosse un capretto? Grazie, madre di Dio, che dono meraviglioso”. Ma la Madonna aveva pensato in grande. Dentro la cesta vi era la più bella bambina che si fosse mai vista. La pelle candida, gli occhi azzurri come il cielo, una boccuccia di corallo e i capelli a boccoli color del grano. Minuscola e docile, non piangeva, muoveva le manine e sorrideva. 

Franceschina e suo marito Peppino allevarono la piccola, che chiamarono “Donata” perché era un dono del cielo, con amore, ma anche con tanta gelosia. Per la sua candida bellezza era soprannominata “Palummella”, colomba. Non poteva uscire se non per andare a Messa, con il volto coperto da un velo e restava sola in casa per pochi momenti, quando la madre si recava nell’orto a far provviste. 

Ciononostante, da sotto il velo incontrò lo sguardo del figlio dei signori del paese. Un colpo di vento scostò per un attimo la cortina ed anche lui vide la bellezza incantevole della fanciulla e ne restò ammaliato.

Ma anche Franceschina e Peppino percepirono qualcosa ed ebbero paura. Si mormorava, infatti, che Donata provenisse proprio dal castello dei signori, figlia indesiderata ed illegittima di qualcuno che non voleva far conoscere i suoi amori illeciti; e se fossero stati parenti, o addirittura fratelli? Così furono ancora più attenti e repressivi di prima.

Ma l’amore non conosce cancelli, né catene. Il giovane pagò una magara affinché gli preparasse un filtro che lo trasformasse in un colombo, e sotto quelle spoglie andava a trovare la sua Palummella quando Franceschina era nell’orto.

Un giorno Franceschina tornò a casa prima del solito, le si era rotto lo zoccolo ed era carica di pomodori freschi. Entrò ed ebbe appena il tempo di vedere un colombo volare via dalla stanza e Donata rossa e affannata che le si parava davanti facendola inciampare. I pomodori maturi caddero nella grande ciotola piena di farina, pronta per diventare pane e Donata per scusarsi disse che il colombo entrato da balcone l’aveva spaventata. Per rimediare, impastò la farina con i pomodori e ne ricavò una focaccia che fece cuocere come un pane.

Il padre apprezzò la nuova preparazione, ma quando seppe dell’accaduto imbracciò lo schioppo ed uscì di casa. Appena vide il colombo avvicinarsi, gli sparò, per punirlo di avere spaventato la sua figliola adorata. Il colombo, morente, cadde sul balcone. Donata corse fuori gridando disperata, lo raccolse tra le mani e si gettò nel vuoto con lui. Da allora a Luzzi si prepara questa focaccia, rossa come l’amore, come la passione, come il sangue versato dai due colombi”

La grupariata

  • 600 g di farina tipo 1
  • 150 g di semola rimacinata di grano duro
  • 15 g di lievito di birra
  • 500 g di pomodori pelati
  • 10 g di sale
  • 40 g di olio extra vergine di oliva
  • 200/300 ml di acqua
  • 2 spicchi di aglio
  • peperoncino in polvere (più o meno piccante, a scelta)
  • 3/4 pomodori freschi sodi
  • una decina di alici dissalate
  • origano

Sciogliere il lievito di birra in 50 ml di acqua a temperatura ambiente.

Tagliuzzare grossolanamente i pomodori pelati.

Tritare finemente l’aglio.

Impastare il tutto con la farina, unendo anche l’olio e il sale.

Aggiungere acqua, se necessario, fino ad ottenere un impasto morbido, come quello della pizza.

Lasciare lievitare fino al raddoppio, poi stendere nella teglia ben unta e lasciare lievitare nuovamente per un’ora circa.

Spezzettare le alici e premerle qua e là sull’impasto per farle entrare bene, poi distribuire i pomodori affettati sottilmente e spolverare con l’origano.

Infornare a 180 °C per 40 minuti circa, prolungando la cottura, se necessario, coprendo la focaccia con un foglio d’alluminio.

Per avere una grupariata più morbida, sostituire la semola con 130 g di farina Manitoba e 20 g di fiocchi di patate per puré.

Il lievito di birra può essere sostituito con 200 g di lievito madre. In questo caso occorrerà meno acqua e si allungheranno i tempi di lievitazione.

La lestopitta di Bova Superiore, dall’antica Grecia.

Lestopitta

Lestopitta vuol dire pane sottile, dal greco Λεπτός (leptòs), sottile e πίτα (pita), pane; e non, come erroneamente riportato a volte, “pane veloce”. Anche perché, pur essendo molto semplice come preparazione, richiede tempi piuttosto lunghi.

Ricorda in qualche modo la piadina, anche se la cottura è totalmente diversa, assimilabile forse all’emiliano gnocco fritto che contiene, tuttavia il lievito ed è a base di farina bianca.

Insomma la lestopitta è un’altra cosa. Semplice, a base di acqua, farina, olio e sale.

Appena fatta, ancora calda, è croccante. Raffreddandosi si ammorbidisce e si può arrotolare e farcire.

La sua origine greca è avvalorata dalla sua appartenenza alla tradizione di Bova Superiore, paese dell’Aspromonte che sfiora i 1000 metri ed è ricco di storia ed iniziative brillanti, come il magnifico museo all’aperto dedicato alla civiltà contadina.

Ingredienti della lestopitta:

  • 200 g di semola di grano duro
  • 100 ml di acqua tiepida
  • un cucchiaio di olio extra vergine di oliva
  • un cucchiaino di sale
  • Olio extra vergine di oliva, o di semi di girasole per la frittura

Preparazione:

Impastare a lungo e con forza gli ingredienti, fino ad ottenere una palla liscia e compatta. Coprirla con un tovagliolo e lasciarla riposare almeno un’ora

Lestopitta (5)

Dividere l’impasto in quattro pezzi, schiacciarli leggermente con le mani, poi ripiegare verso il centro i lembi esterni e arrotondarli, formando quattro palline. Questo procedimento serve ad incamerare aria all’interno di ogni impasto. Coprire e lasciare nuovamente riposare almeno un’ora

Lestopitta (6)

Scaldate abbondante olio in una padella e intanto stendete sottilmente le palline di impasto con il matterello (foto 3).

Lestopitta (7)Immergete nell’olio le sfoglie ottenute. Se l’impasto è stato ben eseguito, le vedrete gonfiare, come nel seguente video:

Potete gustarla in accompagnamento agli squisiti salumi, formaggi e sott’oli di Calabria, o arrotolata e farcita a piacere (qui con il morzeddu catanzarese).

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(Ricetta realizzata per la testata Famedisud.it)

Ritorno a scuola: pane, panini, focaccia, grissini.

Ritorno - cestino

Il ritorno dalle vacanze di solito per me coincide con il ritorno al lavoro, alla quotidianità, alla routine.

Stavolta ritorno a scuola, all’impegno, allo studio e anche ad un vecchio amore.

Chi mi segue da tempo ricorderà che i miei primi interessi condivisi sul blog furono il cake design (presto abbandonato per via della mia manualità prossima allo zero) e la panificazione. L’amore per quest’ultima non mi ha mai abbandonata: ho comprato tonnellate di libri, ho sperimentato di tutto, ho seguito corsi amatoriali prima e professionali poi, con insegnanti del calibro di Piergiorgio Giorilli e le sorelle Simili. Continua a leggere “Ritorno a scuola: pane, panini, focaccia, grissini.”

Focaccia alla crema di aglio

Questa focaccia alla crema d’aglio è solo per chi ama davvero questo gusto forte, deciso, e… duraturo.

In effetti l’aglio ha uno spiacevole effetto collaterale “olfattivo” che persiste a lungo, ma che è superabile con qualche piccolo accorgimento, come eliminare il germoglio interno, o masticare chicchi di caffè. In ogni caso, si può anche accettare l’inconveniente pensando agli effetti benefici dell’aglio sulla pressione e sulla circolazione.

Per preparare questa soffice ed aromatica focaccia, occorrono:

50 gr. di lievito madre idratazione 50% (oppure una bustina di lievito di birra disidratato)
50 gr. della farina che si utilizza solitamente per il rinfresco, (non serve se si utilizza il LdB)
200 gr. di farina tipo 2, (oppure 250 gr. se si usa il LdB)
200 gr. di Manitoba, (250 con il LdB)
300 ml. di acqua a temperatura ambiente,
un cucchiaio di olio.
un cucchiaino di sale,
un cucchiaino di zucchero,
una testa d’aglio (5/6 spicchi)
una noce di burro,
un peperoncino piccante

Rinfrescare il lievito madre con 50 gr. di farina e 25 ml. di acqua ed attendere il raddoppio.

Pulire gli spicchi d’aglio, aprirli a metà e togliere il germoglio interno.

Soffriggere nel burro caldo il peperoncino, poi schiacciarlo con la forchetta e toglierlo.

Mettere nel burro l’aglio tritato grossolanamente; appena inizia a dorarsi spegnere il fuoco e lasciare intiepidire, poi frullare e ridurre in crema.

Sciogliere il lievito madre (o il LdB) in 275 ml. di acqua con lo zucchero.

Aggiungere le farine, poi l’olio, la crema d’aglio raffreddata ed in ultimo il sale.

Impastare bene e lasciare lievitare in luogo riparato e non freddo, come il forno spento. Con il lievito madre occorreranno 7/8 ore (conviene lasciarlo riposare una notte). Mentre con il LdB basteranno un paio d’ore.

Stendere delicatamente, senza schiacciare troppo, l’impasto nella teglia del forno leggermente unta; ci vorrà un po’ di pazienza perché l’impasto è elastico e tende a restringersi.

Coprire la teglia con pellicola alimentare e lasciare riposare un paio d’ore.

Togliere la pellicola ed accendere il forno con la teglia all’interno, portandolo a 200°. Appena arrivato a temperatura, abbassare a 180° per circa mezz’ora.

Se tagliate un pezzo di focaccia a fettine o dadini, e li fate abbrustolire, potete ottenere squisite basi per bruschette o gustosi crostini da zuppa: è un consiglio da EatParade con gusto!

Focaccia sale grosso, olive nere e ciliegini

L’impasto della focaccia sale grosso, olive nere e ciliegini è quello della famosissima pizza di Bonci.

Per comodità riporto qui ingredienti e procedimento.

Ingredienti per una teglia da 35×35:

100 gr. di LM rinfrescato da 3/4 ore (deve essere bello gonfio), 200 gr. di
manitoba, 200 gr. di farina 00, 320 gr. di acqua a temperatura ambiente, 12 gr.
di sale, 1 cucchiaio di olio.

Niente planetaria, si fa a mano in un minuto.

Sciogliere il LM in meta’ acqua, aggiungere la farina, poi l’acqua e l’olio, in
ultimo il sale. Mescolare brevemente con una forchetta (si otterra’ un impasto
approssimativo e stracciato). Lasciare riposare 10 minuti, poi dare due giri di
pieghe senza strapazzare troppo l’impasto. Mettere in una ciotola di vetro
abbastanza capiente e leggermente unta d’olio, con le pieghe sotto. Coprire con
pellicola alimentare o con un piatto e mettere nella parte piu’ bassa del frigo
per 20 ore. Togliere dal frigo e stirare delicatamente, senza schiacciare,
sulla teglia unta. Se e’ troppo elastico, lasciare riposare dieci minuti, poi
riprendere.”

A questo punto del procedimento, per ottenere la focaccia sale grosso, si mettono sulla superficie della focaccia le olive nere snocciolate e i pomodori ciliegini, tutto tagliato a metà, premendo nell’impasto.

Poi si copre il tutto con pellicola alimentare e si lascia riposare in forno con la luce accesa per 4 ore.

Trascorso il tempo di lievitazione, si prepara un’emulsione con metà olio evo e metà acqua, rosmarino e sale grosso, e si irrora la superficie della focaccia.

Si lascia riposare giusto il tempo di scaldare il forno a 240°, poi si inforna per 10 minuti nella scanalatura più bassa e per 10 minuti nella parte superiore del forno.

E buona cena, o pranzo, o merenda, o colazione… questa focaccia sale grosso, olive nere e pomodori ciliegini è buona a tutte le ore!

Da EatParade con gusto!

Focaccia di Recco

La focaccia di Recco si prepara con una sorta di pasta matta, realizzata con acqua, farina e sale.

Per renderla più corposa e croccante, si aggiunge l’olio.

Il procedimento, per una comune leccarda da forno, è questo: si scioglie nell’impastatrice un cucchiaino di sale in 250 ml. di acqua ed un cucchiaio abbondante di olio.

Si unisce, poco per volta, la farina (meglio manitoba; circa 400 gr.) fino ad ottenere un impasto compatto, che si lascerà riposare, coperto da uno strofinaccio, per almeno un’ora.

Si divide in due parti, e si stende, il più sottile possibile, sulla leccarda unta d’olio; deve essere quasi trasparente.

Si cosparge con il formaggio prescelto (stracchino, crecenza, magari con un po’ di gorgonzola) e si ricopre con l’altra metà, bucherellando poi il tutto con una forchetta.

Una spruzzata d’olio, e si inforna a 250° per 15 minuti.

La mia sister-in-blog Silvia la prepara senza sale. Lei, che è genovese, probabilmente ne sa più di me. Ma a me questa è piaciuta e non temo le sue ire. Ma se volete provare la sua ricetta, la trovate QUI.