Immergersi in un cespuglio di finocchietto selvatico è un’esperienza quasi mistica.
Ha un profumo intenso, che stordisce, ma nello stesso tempo è fresco ed inebriante.

Già nel mese di maggio, quando è tutto verde di barbe e foglioline tenere, regala il suo aroma lungo le strade e nei giardini (si, qui in Calabria si trova ad ogni angolo: terra miracolosa, lo dico sempre).
Più avanti arrivano i gialli ombrellini di fiori, immancabili, dopo l’essiccatura al sole, nella pasta con il pesce, nelle melanzane sott’olio, addirittura nel bouquet aromatico con cui si “massaggiano” i prosciutti di Renzini (un segreto svelato durante il bellissimo blogtour dell’ottobre scorso).
E non dimentichiamo i gambi, gonfi di succo, e quelli che sembrano semi, ma in realtà sono i frutti, da mettere… praticamente dappertutto!
Volete scoprire gli usi di questa pianta meravigliosa? Oggi ve ne racconto qualcuno :
1) La clorofilla. Nel lontano 2006, avevo un blog di cucina, in comproprietà con un’amica pigra quanto me. Ragion per cui, il blog morì di inedia. Però avevo scritto qualche ricetta, e salvato alcuni esperimenti. Uno di questi era la clorofilla di spinaci.
Non mi piacque. Un po’ perché gli spinaci, diciamocelo, sanno di poco. Un po’ perché non ne vedevo l’utilità. Tutto quel lavoro per un cucchiaino di roba verde che poteva servire, al massimo, a colorare la pasta. Esperimento fallito ed accantonato.
Poi, ultimamente, ho visto tornare questa benedetta clorofilla in alcune preparazioni, come QUESTA , e mi è venuta voglia di riprovarci. Però, col finocchietto, che oltre al colore regala anche un profumo fantastico.
Ingredienti:
- 300 gr. di barbe di finocchietto selvatico
- 600 ml. di acqua ghiacciata
- cubetti di ghiaccio
Frullate il finocchietto con l’acqua fredda, poi filtratelo.
Mettete il liquido ottenuto in un pentolino e portatelo a 65°.
A questo punto, vedrete formarsi una poltiglia verde in superficie.
Ponete un telo dentro un colino tenendolo sui cubetti di ghiaccio e filtrate. Quel cucchiaino di “alghe” verdi è la vostra clorofilla.

Potete utilizzarla nell’impasto di torte salate, di pasta, di pane, o scioglierla in olio o acqua come condimento.
Continuo a pensare che non ne valga la pena, però è divertente.
2) Il sale aromatico. Avete ottenuto la vostra clorofilla? E tutto quel bel finocchietto che avete utilizzato? Mettetelo ad essiccare al sole, poi tritatelo finemente con un cucchiaio di sale grosso ed usatelo per condire sughi, pesce, arrosti.

3) I ghiaccioli. Per ottenere 300 gr. di barbe, avete tagliato via chissà quanti gambi: centrifugateli e mettete il succo nel contenitore per i cubetti di ghiaccio. Utilizzateli per rinfrescare un tè leggero, o un semplice bicchiere d’acqua. E’ dissetante, digestivo e anti-gonfiore.
4) Il pane. Dalla seconda filtratura vi è rimasto un bel po’ di liquido. Non gettatelo: utilizzatelo per impastare un pane particolarmente fresco ed aromatico, o una brisée, o una sfoglia di pasta da riempire con pesce.
5) Il liquore. Per il liquore si possono utilizzare tutte le parti della pianta. Gli ingredienti variano, a seconda del risultato desiderato: più o meno alcoolico, più o meno dolce. Io ho trovato un compromesso soddisfacente con questi ingredienti:
- 300 gr. di finocchietto selvatico
- 1 lt. di alcool alimentare a 95°
- 750 gr. di zucchero
- 1 lt. di acqua
Raccogliete il finocchietto subito dopo la fioritura, quando ha già anche i frutti.
Tritate tutte le parti della pianta e mettetele in una bottiglia con l’alcool, tenendola al buio per almeno un mese.
Preparate uno sciroppo con l’acqua e lo zucchero e versatelo, bollente, nell’alcool con il finocchietto.
Filtrate il tutto un paio di volte con un telo sottile, di lino o cotone, o gli appositi filtri per alimenti.
Lasciate raffreddare, richiudete e servite freddo.
Che ne dite? Una piantina multitasking!