Pane e nduja
per accompagnare piatti rustici, o per una merenda appetitosa e stuzzicante.
Ma cos’è la ‘nduja? Non è altro che l’impasto di carne di maiale che si usa per le salsicce , reso più cremoso e miscelato con peperoncino piccante in quantità. Detto così sembra semplice, ma non lo è. La carne deve essere di un determinato taglio (generalmente pancetta e guanciale), il peperoncino deve essere quello giusto, i sapori vanno dosati accuratamente. Un tempo era uno dei tanti prodotti derivanti dalla sagra del maiale, e si produceva quasi esclusivamente nella calabria vibonese, nella zona del monte Poro. Adesso è un alimento richiestissimo ed esportato anche all’estero. Utilizzato spesso come condimento per la pasta, è irresistibile se spalmato su una fetta di buon pane casareccio. E allora, perchè non metterlo direttamente dentro la pagnotta?
Ingredienti:
- 150 gr. di lievito madre rinfrescato,
- 150 gr. di farina 0,
- 150 gr. di manitoba,
- 100 gr. di semola rimacinata,
- 250 ml. di acqua,
- un cucchiaio di olio,
- un cucchiaino di sale,
- un cucchiaino di malto d’orzo,
- da 50 a 120 gr. di ‘nduja (dipende da quanto piccante lo volete).
Sciogliete il lievito madre nell’acqua con il malto d’orzo, poi aggiungete l’olio e le farine, in ultimo il sale.
Impastate bene e lasciate riposare mezzora, poi date un giro di pieghe.
Dopo mezzora un altro giro, e dopo un’altra mezzora l’ultimo giro.
Lasciate lievitare in una scodella di vetro, coperta da un pellicola per alimenti, per 8/10 ore (consiglio di iniziare la preparazione la sera e lasciare riposare tutta la notte).
Stendete con le mani l’impasto a rettangolo, senza schiacciarlo troppo, e spalmatevi sopra la ‘nduja. Arrotolate e mettete in uno stampo (a ciambella, oppure da plumcake) a lievitare fino al raddoppio.
Infornate a 220° per 10 minuti, poi abbassate a 190° per altri 50 minuti.
Lasciate raffreddare su una gratella, poi tagliatevi una fetta e… tenete pronto l’estintore, o un buon bicchiere di vino!