Patate calabresi ripiene di nduja

Patate calabresi ripiene alla nduja

Le patate calabresi, quelle silane per la precisione, hanno la caratteristica di essere particolarmente resistenti, sode, compatte, grazie agli sbalzi di temperatura a cui sono soggette nelle ampie coltivazioni sul meraviglioso altopiano calabrese.

Sono quindi adattissime ad ogni tipo di cottura, ed in questa variante ripiena, realizzata per il Calendario del Cibo Italiano, regalano il meglio. Continua a leggere “Patate calabresi ripiene di nduja”

Fiori di zucca ripieni di nduja

Fiori di zucca ripieni di nduja

Ecco, è già scritto tutto nel titolo del post: fiori di zucca ripieni di nduja.

E pecorino. E passati in pastella. E poi fritti. E che ve lo dico a fà? Spizzicando e spizzuliando, non fanno nemmeno in tempo ad arrivare in tavola.

Il Doc ha un improvviso ed insopprimibile desiderio della mia vicinanza e per ogni visita ruba una frittellina.

Dal momento che è una ricetta gluten free, ne metto da parte un paio per mamma. Continua a leggere “Fiori di zucca ripieni di nduja”

Pitta chijna calabrese con cicoria e nduja

pitta

Pitta“, in calabrese, indica semplicemente un pane basso, con mollica umida e molto alveolata, a forma di ciambella.

pitta

Si prepara con farina 0, a volta con l’aggiunta di semola di grano duro, olio, acqua e lievito madre o di birra.

Essenziale la cottura in forno a legna: la “botta” di calore facilita la formazione della mollica a fori larghi.

Il termine “pitta” è di etimologia incerta. Si ritrova, con lo stesso significato di “pane”, “focaccia”, nella lingua greca, araba, bizantina, tutte civiltà che hanno comunque avuto una grande influenza in Calabria. Continua a leggere “Pitta chijna calabrese con cicoria e nduja”

Spaghettata per qualunque ora

spaghettata

Una spaghettata al giorno toglie la noia di torno.

Perché la spaghettata vuol dire amici, compagnia, allegria, condivisione.

E poi va bene a qualunque ora, da metà mattina fino a mezzanotte, la più gettonata, tanto che anche il Calendario del Cibo Italiano le dedica una giornata intera.

Trattandosi di preparazione dell’ultimo momento, non è che uno si mette lì a preparare il ragù, sia chiaro: ci vuole un condimento veloce veloce, magari suddividendosi i compiti.

Di solito si opta per il classico “aglio, olio e peperoncino”, che qui ci starebbe anche bene, visto che la Calabria sul peperoncino la sa lunga.

Ma c’è qualcosa che è ancora meglio del peperoncino: Continua a leggere “Spaghettata per qualunque ora”

Pane e nduja

Pane e nduja

per accompagnare piatti rustici, o per una merenda appetitosa e stuzzicante.

Ma cos’è la ‘nduja? Non è altro che l’impasto di carne di maiale che si usa per le salsicce , reso più cremoso e miscelato con peperoncino piccante in quantità. Detto così sembra semplice, ma non lo è. La carne deve essere di un determinato taglio (generalmente pancetta e guanciale), il peperoncino deve essere quello giusto, i sapori vanno dosati accuratamente. Un tempo era uno dei tanti prodotti derivanti dalla sagra del maiale, e si produceva quasi esclusivamente nella calabria vibonese, nella zona del monte Poro. Adesso è un alimento richiestissimo ed esportato anche all’estero. Utilizzato spesso come condimento per la pasta, è irresistibile se spalmato su una fetta di buon pane casareccio. E allora, perchè non metterlo direttamente dentro la pagnotta?

Ingredienti:

  • 150 gr. di lievito madre rinfrescato,
  • 150 gr. di farina 0,
  • 150 gr. di manitoba,
  • 100 gr. di semola rimacinata,
  • 250 ml. di acqua,
  • un cucchiaio di olio,
  • un cucchiaino di sale,
  • un cucchiaino di malto d’orzo,
  • da 50 a 120 gr. di ‘nduja (dipende da quanto piccante lo volete).

Sciogliete il lievito madre nell’acqua con il malto d’orzo, poi aggiungete l’olio e le farine, in ultimo il sale.

Impastate bene e lasciate riposare mezzora, poi date un giro di pieghe.

Dopo mezzora un altro giro, e dopo un’altra mezzora l’ultimo giro.

Lasciate lievitare in una scodella di vetro, coperta da un pellicola per alimenti, per 8/10 ore (consiglio di iniziare la preparazione la sera e lasciare riposare tutta la notte).

Stendete con le mani l’impasto a rettangolo, senza schiacciarlo troppo, e spalmatevi sopra la ‘nduja. Arrotolate e mettete in uno stampo (a ciambella, oppure da plumcake) a lievitare fino al raddoppio.

Infornate a 220° per 10 minuti, poi abbassate a 190° per altri 50 minuti.

Lasciate raffreddare su una gratella, poi tagliatevi una fetta e… tenete pronto l’estintore, o un buon bicchiere di vino!