Alto crotonese DOP: l’olio che non può mancare

L’ Alto crotonese DOP è un olio extra vergine di oliva “Carolea” e viene prodotto in una circoscritta zona della provincia di Crotone, in Calabria, regione che condivide con la Puglia il primato di maggiore produttrice di olio in Italia.

La zona di produzione di questo olio è la stessa di “produzione” del Doc, il mio coinquilino a vita, il che fa capire come lì abbiano origine prodotti di eccellenza (!) Continua a leggere “Alto crotonese DOP: l’olio che non può mancare”

Innamorati dell’olio: Pietro Coricelli, l’oro liquido

 Innamorati dell’olio: un’esortazione, con l’accento sulla “o”.

E innamorati, con l’accento sulla “a”, lo sono nell’azienda di Pietro Coricelli.

Ma, per innamorarsi, bisogna conoscere. E noi, quanto sappiamo di questa nostra indiscussa ricchezza nazionale?

Per scoprirlo, bisogna rivolgersi a chi dell’olio ha fatto una ragione di vita, prima ancora che un’industria fiorente ed affermata: Pietro Coricelli, che dal 1939 produce con cura ed attenzione olio sopraffino e di qualità.

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Per molto tempo ho viaggiato tra Calabria ed Umbria e ricordo bene una trattoria presso la quale mi fermavo a mangiare, alle porte di Perugia. Sul tavolo era sempre presente l’oliera (una bottiglia vera e propria) ed il cestino del pane.

Il pane era fragrante, squisito e senza sale: esattamente ciò che ci voleva per valorizzare il gusto amarognolo e leggermente piccante di quel magnifico olio denso e brillante, che ho poi scoperto si trattasse proprio dell’olio Coricelli, prodotto sulle colline vicino Spoleto, da olive Leccino e Moraiolo.

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Sapevate che l’amaro ed il piccante sono rivelatori della bontà dell’olio? Non andate alla ricerca di olii trasparenti, insapori, inodori: il vero olio buono è saporito, non si nasconde, ma regala sapore alle pietanze.

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Un cucchiaio al giorno, nella dieta mediterranea, aiuta e fa bene. Ricco di lipidi, favorisce l’aumento del colesterolo “buono”, è energetico, antiossidante ed emolliente.

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Tra l’altro, è ideale anche per le fritture. Quando friggiamo, arriviamo tra i 165 e i 185°. L’olio, ad una certa temperatura, raggiunge il cosiddetto “punto di fumo”, sprigionando acroleina, diventando tossico. L’olio di semi di mais e di girasole, spesso utilizzati perché ritenuti “leggeri”, hanno un punto di fumo intorno ai 135°. L’olio di oliva arriva tranquillamente a 210°. Se non è oro questo!

Dalla raccolta alla frangitura, dalla gramolazione alla separazione, dal filtraggio all’imbottigliamento, tutto il processo produttivo può essere seguito in diretta presso l’azienda di Pietro Coricelli, per constatare dal vivo quanto amore ci sia in tutto ciò che viene fatto. Uno spettacolo che incanta, ricco di aromi e colori: quando finalmente esce il primo getto di olio nuovo, sembra davvero oro liquido, luminoso e splendente.

Ma non è tutto qui: l’azienda Coricelli, che esporta in ben 108 paesi, produce anche altri tipi di olio: da quello di vinaccioli a quello di riso, agli olii aromatizzati, a quelli particolari come l’olio di avocado, o quello di argan.

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Insomma, un tesoro prezioso che va conosciuto profondamente. E quando lo si conosce non si può non esserne innamorati.

Per imparare tutto ciò che c’è da sapere, vi invito a visitare la pagina Facebook di Pietro Coricelli:  uno degli ultimi posto spiega, ad esempio, come leggere l’etichetta dell’olio.

Sul sito ufficiale troverete anche molti consigli e ricette.

Ora, chi mi conosce bene sa che se pubblicizzo un marchio o un’azienda in particolare è perché ci credo.

E credo che quando avrete scoperto tutti i suoi segreti sarete anche voi innamorati dell’olio!

 

Panini all’olio con LM

Per questi squisiti panini all’olio con LM, dalla crosticina croccante e la mollica soffice, ho impiegato:

  • 200 gr. di LiCoLi idratazione 100%, rinfrescato la sera prima e tenuto in frigo,
  • 150 gr. di farina  Manitoba Spadoni,
  • 150 gr. di farina 0 Almaverde Bio,
  • 220 gr. di acqua a temperatura ambiente,
  • due cucchiai di olio,
  • un cucchiaino di malto d’orzo,
  • un cucchiaino di sale.

Molto lievito, avevo fretta e dovevo sbrigarmi in giornata… ma non si è sentito per nulla.

Verso le 7 ho sciolto il LiCoLi nell’acqua con il malto e l’olio, ho aggiunto le farine, una rimescolata veloce ed ho lasciato riposare per un’ora.

Poi ho unito il sale ed ho impastato per circa venti minuti, fino ad una leggera incordatura (con l’impasto piuttosto liquido, di più non si poteva fare).

Dopo quattro ore (ore 13,30, circa), ho rovesciato l’impasto sulla spianatoia molto infarinata con semola rimacinata, ed ho dato un primo giro di pieghe; non è stato difficile, l’impasto era molto morbido, ma ben coeso ed elastico.

Dopo un’ora di copertura a cupola, ho dato un secondo giro. Dopo un’altra ora il terzo, ed ho diviso in otto pallozze, che ho steso a rettangoli ed arrotolato. Lasciate riposare in forno con la luce accesa, sulla teglia ricoperta di carta forno.

Alle 19 le ho cotte, per dieci minuti a 200° (statico), poi altri trenta minuti a 180°. Se non amate troppo la crosta croccante, cuocete 40’ a 180° con un pentolino d’acqua in forno.