Alici fritte in pastella

Alici fritte in pastella

Alici fritte in pastella, le loro codine malefiche e una serata da incubo al pronto soccorso.

Il mio pesciarolo mi aveva chiamata: “signò, l’alici grossi ‘i vuliti? Sù frischi frischi!” Come rispondere di no a tale delicato invito? Così prendo il mio bravo cartoccio, poi torno indietro con una perfetta piroetta che étoile lèvati: “ma come si puliscono?”.

Non mi ride in faccia perché è comunque un signore, ma io vorrei sprofondare. E vabbé, non le ho mai pulite, e allora? C’è una prima volta per tutto. Così mi mostra i due modi più semplici.

Metodo A, per pesci più piccoli da friggere appena infarinati: prendere la testa, ruotarla e tirare. Viene via tutto in un fiat. Una sciacquata e sono pronti.

Metodo B, se sono più grandi e volete utilizzarli impanati, o impastellati, o magari per un tortino: aprirli lungo il ventre (lui usa il dito, io ho usato un coltellino e ci ho messo il triplo del tempo), staccare la lisca dalla coda e tirare: viene via la testa con le interiora. Il risultato è questo:

E con questo, direi che la ricetta è bell’e fatta. Le ho passate in una pastella simil tempura, composta da 300 g di farina di riso, un pizzico di sale e 200 ml di birra chiara ghiacciata (la ricetta è di Csaba dalla Zorza).

Ho fritto le alici in pastella in olio di semi di girasole, e le ho mangiate al momento, scottandomi le dita e il palato, che si è istantaneamente anestetizzato. Al punto da non accorgermi di avere mangiato anche una malefica codina che mi si è piantata in gola.

Dopo una mezz’ora di tosse, un chilo di mollica di pane, due litri di acqua, alle soglie dell’asfissia, mi decido ad andare al pronto soccorso, dove asportano la codina con una pinza sottile e lunga mezzo metro, che solo a vederla avevo quasi deciso di passare alla storia come “la foodblogger con la codina”, peccato che non sarei stata qui a vedere la mia gloria. 

Per cui, un consiglio: ricordate che la coda delle alici in pastella serve solo per tenerle mentre si mangiano con le mani, come impone il galateo casalingo. 

Alici fritte in pastella

Pastella per frittelle con LiCoLi

Esubero di lievito madre… l’incubo ricorrente, il dilemma costante. Proprio non riesco a buttarlo via. E così stavolta è diventato pastella per frittelle

150 gr. di LiCoLi (idratazione 100%) non rinfrescato da 5 gg.

Fiori di zucca lavati, asciugati e farciti con un dado di mozzarella e un pezzetto di acciuga. Passati nella pastella così com’era (senza nemmeno un’aggiunta di sale, vista l’acciuga). Fritti in olio abbondante. Croccanti e gonfi. Fantastici.

Però è rimasta un po’ di pastella. Aggiungo un uovo, un cucchiaio di farina, sale, pepe e gamberetti.

Le cucchiaiate nell’olio bollente gonfiano, e gonfiano e gonfiano. Ma che buone!!!