Rubina Rovini, concorrente della quinta edizione di MasterChef Italia, foodblogger, personal chef, docente di cucina, mamma di Vittorio.
A Rubina ho subito confessato di non avere mai provato grande interesse per MasterChef.
Però quest’anno un po’ l’ho seguito, a tempo perso e generalmente in replica. Al di là delle possibili critiche alla trasmissione, che evito accuratamente, Rubina è stata la concorrente che più mi ha colpito. In parte per la bravura dimostrata nelle varie prove, per la competenza in materia gastronomica, per la fantasia e l’inventiva. In parte, la maggior parte, direi, per il carattere. Non ha usato strategie, non ha fatto comunelle, è andata più o meno d’accordo con tutti, ha avuto più o meno da ridire con tutti, ma alla fine ha corso sempre da sola, come si conviene ai fuoriclasse.
Ecco perché mi è piaciuta ed ecco perché ho voluto conoscerla. Qui c’è tutto (o quasi… ) quello che mi ha raccontato.
- Rubina Rovini: sembra un nome d’arte. Da dove deriva questo nome inusuale?
- Quello che oggi sembrerebbe un nome d’arte è qualcosa che da piccola quasi mi creava disagio. E’ un nome di origini indiane, che mi hanno dato perché in casa abbiamo tutti nomi che iniziano per R. Da adolescenti, quando i cambiamenti fisici tendono a farci stare meglio in penombra, avere un nome così inconfondibile mi creava problemi, perché veniva spesso storpiato ed era riconducibile solo a me. Da adulta ho iniziato ad apprezzarlo.
- Si è detto che hai abbandonato il tanto agognato “posto fisso” in banca per seguire le tue attitudini e le tue passioni. E’ vero? Qual è stata la spinta definitiva verso questa decisione?
- Sì, ho abbandonato la banca dove lavoravo come responsabile ufficio titoli un paio di anni fa, prima di MasterChef. E’ stata una riflessione molto lunga, perché lasciare il certo per l’incerto fa sempre paura. Facevo quel lavoro perché era ciò per cui avevo studiato, i miei ambivano per me a quel tipo di carriera e, come spesso succede, i miei studi erano stati condizionati. Ho deciso di lasciarla definitivamente quando, guardandomi allo specchio ogni mattina, ho visto una persona triste.
- Come hanno reagito i tuoi familiari?
- Mi hanno appoggiato nella scelta, consapevoli che era rischiosa. Conoscono la mia determinazione quando decido di raggiungere un obiettivo. Ho iniziato a studiare di nuovo come un’adolescente, dandomi il tempo giusto per prepararmi adeguatamente.
- Perché hai partecipato a MasterChef? Cosa ti aspettavi: notorietà, esperienza, contatti, visibilità?
- Ho sempre seguito il programma e guardato con ammirazione il coraggio e il percorso dei concorrenti delle precedenti edizioni, dicendomi che sarebbe stato un sogno esserci. Le amiche mi spinsero ad inviare la candidatura, lo feci consapevole che non sarei stata mai chiamata ed invece…
- Cosa hai ottenuto di ciò che ti aspettavi e cosa invece non ti aspettavi?
- In realtà non mi aspettavo qualcosa in particolare… forse perché, ad ogni prova lavoravo dando tutta me stessa, come se fosse l’ultima. Ogni piccolo passo in avanti per me era un sogno che si stava realizzando.
- Ti sei distinta tra i concorrenti di MasterChef perché non hai stretto alleanze, non hai dichiarato amori folli o antipatie estreme, ma hai condotto il tuo gioco individualmente con una strategia leale e chiara. Credi che questo ti abbia penalizzata?
- Indubbiamente a MasterChef e nella vita non sono la persona più adatta a fare strategia, metto sempre troppo cuore in ciò che faccio e mi dimentico di difendermi, a volte. Sicuramente condurre il gioco come lo avete percepito è stato penalizzante, ma non sarei riuscita a fare diversamente, io sono così.
- Cosa pensi dei quattro giudici, sono stati all’altezza del loro ruolo? Esprimi un tuo giudizio individuale su ognuno di loro.
- Per me, il loro giudizio è sempre stato insindacabile, motivo per cui non ho neanche mai lontanamente pensato di valutare il peso delle loro critiche o pensare a farmi le mie ragioni. Per me era già un incanto vedere loro che assaggiavano i miei piatti, ascoltare i loro giudizi, anche aspri a volte, è sempre stato motivo di crescita. Singolarmente? Beh, Cannavacciuolo è cuore, un grande chef e un grande uomo. Il suo lato umano si percepisce così tanto che riesce ad essere sempre di grande insegnamento, sia professionale che personale. Cracco un uomo imperturbabile, dallo sguardo magnetico. Incrociare i suoi occhi al momento dell’assaggio era sempre un momento difficile per me. Barbieri è un tecnico, pretende moltissimo ma sa anche apprezzare le persone che ascoltano e lavorano duro e a testa bassa. Bastianich un grandissimo imprenditore della ristorazione, lui non vede solo un buon piatto, lui vede oltre.

- Rubina, quali sono state le conseguenze, positive e negative, della tua partecipazione?
- Solo risvolti positivi, assolutamente. La mia vita è cambiata moltissimo e, dal punto di vista professionale e personale, mista dando tantissime gioie. Avere avuto il sostegno di decine di migliaia di persone è stata la più grande vittoria. E’ stato fantastico come così tante persone abbiano saputo apprezzarmi personalmente e professionalmente, in così pochi minuti di messa in onda alla settimana.
- Cosa farai adesso, oltre a coccolare il tuo dolcissimo Vittorio, appena nato?
- Da quando sono tornata a casa ho iniziato a lavorare, incinta. Ho lavorato fino alla settimana prima del parto ed ora, con il piccolo Vittorio di appena 10 giorni, sto facendo lo stesso. E’ un treno che ho inseguito tutta la vita, Vittorio sarà il mio più fidato e amorevole compagno di viaggio.

- Raccontaci la tua ricetta meglio riuscita, così i lettori potranno provare a replicarla.
- A MasterChef ho amato “Ricordo di un Bolero”, una crema di cime di rapa al cumino con crostacei e molluschi saltati al lardo di Colonnata, gocce di pecorino Toscano e crumble di taralli al finocchietto. Un piatto dai sapori forti, che mixa le mie tradizioni toscane e pugliesi, con i miei numerosi viaggi, in cui ho imparato a conoscere ed utilizzare le spezie.
- Quali sono i tuoi programmi attuali?
- Attualmente sto collaborando con molte realtà. Mi occupo di docenze presso Scuola Tessieri, Ponsacco (PI), proprio oggi è uscito un articolo su Vanity Fair che ne parla. Inoltre collaboro con Fuudly e Ricetta.it, per i quali sviluppo e registro video ricette e video lezioni. Mi occupo di eventi privati come Personal Chef e nei ristoranti, come chef ospite. Ogni giorno cerco nuovi spunti, studio e sperimento, per crescere e proporre sempre nuove idee che sposino tradizione ed innovazione.

Non possiamo che invidiare il piccolo Vittorio, pensando alle squisite pappe che gli preparerà la sua brava mamma.
E Rubina, per non farmi soffrire troppo, ha regalato una pappa anche a me: la sua personale ricetta della ben nota “pappa al pomodoro” che troverete a breve su questo blog. Stay tuned e grazie Rubina!!!