Uovo in camicia su salsa di pomodoro, perché il purgatorio non è un brutto posto

Uovo in camicia, o affogato, o poché.

Che poi è la stessa cosa, visto che “poché” in francese vuol dire affogato, ma che vuoi, in francese fa più figo.

Con la salsa di pomodoro diventa il noto “uovo in purgatorio” , ma in una variante arricchita da qualche sapore in più.

C’è da dire che poché significa anche intascato, o insacchettato: da “poche”, tasca.

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Ed è proprio così che viene preparato dallo chef Moreno Cedroni, due stelle Michelin per il suo “La Madonnina del Pescatore” di Senigallia.

Mi sono ripromessa di utilizzare i millemila libri di cucina che popolano i miei scaffali, così ogni tanto ne prendo uno e realizzo una ricetta. Chiaramente, le più semplici, quelle che ritengo alla mia portata. Ecco, credevo che l’uovo in camicia lo fosse.

In realtà non è poi così scontato. L’albume deve contornare bene il tuorlo; il tuorlo deve essere cotto quel tanto da formare una leggera pellicola che gli impedisca di colare ovunque, ma che permetta, al leggero sfioramento della forchetta, di liberare la gialla cremosità racchiusa all’interno. E poi, bisogna bilanciare bene il condimento. Insomma, proviamoci.

Il libro fa parte della serie “Grandi Chef” di Giunti Editore e si intitola semplicemente “Moreno Cedroni“, e in effetti non c’è bisogno di aggiungere altro.

Diplomato all’Istituto Nautico, Moreno comprese ben presto che la sua vita non si sarebbe svolta in navigazione. D’estate lavorava come cameriere e lì nacque la sua passione per la buona tavola.

A soli vent’anni aprì, con un socio, il ristorante “La Madonnina del Pescatore” che tre anni dopo divenne tutto suo.

Pochi piatti, ma buoni, assistito dalla mamma Santina, poi le lezioni all’Etoile, i viaggi di studio in Spagna da Ferran Adrià e finalmente Moreno si sente all’altezza di indossare la giacca da chef, che fino ad allora non riteneva di meritare.

Mi sono limitata alla cottura dell’uovo in camicia, ma da questo libro prenderò sicuramente tanti altri spunti, i piatti sono invoglianti e molto ben spiegati.

Se poi avete la possibilità di andare ad assaggiarli personalmente, fatelo, ne vale la pena.

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Totani ripieni – cottura sottovuoto a bassa temperatura

I totani ripieni,

con questo tipo di cottura, sono riusciti meravigliosamente bene.

Ora, Alessandra, io non so se ti piacciono i totani. Ti conosco da troppo poco tempo, ti ho incontrata “de visu” una sola volta, al raduno dell’AIFB. E mi sei piaciuta. Per la tua preparazione culturale, per la tua capacità di interagire, in maniera diretta, cordiale e precisa. Per la tua battuta pronta e spontanea, per il tuo spirito d’iniziativa. Si, insomma, sai una di quelle persone che ammiri e pensi: “però, ‘sta tizia mi piace”. Trovo carino dedicarti un post per il tuo compleanno, anche se non ho ricette particolarmente elaborate, e forse ci stava meglio un dolce. Ma tant’è: questa sono al momento; studio per migliorarmi, ho deciso che è la strada che voglio seguire e da grande voglio fare la foodblogger seria. Ma c’è ancora tempo, chi invecchia, oggi, sei tu (faccina che ride).  Tra parentesi: ti piacciono i totani?

L’idea della cottura sottovuoto mi intrigava già da un po’, finalmente ho trovato momento ed ispirazione, ed ecco il risultato. Una cottura da replicare e sperimentare con altri ingredienti, anche carni (ma lì il procedimento è più lungo e richiede ore di cottura).

Con i totani, soprattutto piccoli come quelli che ho usato io, la cottura è abbastanza breve, il procedimento non è difficile, il piatto riesce benissimo. I totani quasi si sciolgono, tanto che riempirli è stato difficile proprio per questo motivo: erano talmente teneri che si sfaldavano tra le mani. Insomma: provate!

Per 4 persone:

  • 8 totani puliti di media grandezza (1 kg. circa in tutto)
  • 250 gr. di piselli sgusciati (anche surgelati vanno bene)
  • 200 gr. di patate
  • acciughe sott’olio ben scolate (a piacere, dipende dal gusto)
  • olio evo
  • uno spicchio di aglio
  • sale, pepe bianco, prezzemolo
  • 500 gr. di passato di pomodoro

Lavate bene i totani, fateli scolare ed asciugateli al meglio.

Metteteli nel sacchetto apposito e sigillateli sottovuoto. Totani

In un tegame che contenga il sacchetto di misura, portate dell’acqua alla temperatura di 70° ed immergetevi il sacchetto in modo che sia ricoperto dal liquido. La temperatura si abbasserà di qualche grado.

Fate cuocere per 20 minuti, controllando spesso la temperatura, che deve mantenersi costantemente intorno ai 65°. Alzate, o abbassate la fiamma, oppure aggiungete acqua fredda, ma fate in modo che la temperatura non subisca forti variazioni.

Trascorsi i 20 minuti, togliete il sacchetto dalla pentola e lasciate raffreddare.

Nel frattempo, lessate le patate, sbucciatele e riducetele in purea.

In un tegame basso e largo soffriggete l’aglio nell’olio ed aggiungete i piselli. Fate insaporire, quindi unite sale, pepe e passata di pomodoro.

Aprite il sacchetto, conservando il liquido che vi si sarà formato, e mettete i tentacoli, insieme alle acciughe ben scolate, nel tritatutto.

Amalgamate il trito alla purea di patate con un pizzico di prezzemolo e farcite i totani con il composto ottenuto.

Uniteli ai piselli, aggiungete il liquido del sacchetto e fate asciugare per qualche minuto.

Apparecchiate senza coltello: non vi servirà!

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Calamari ripieni di tonno

Senza dubbio ho una predilezione per i lievitati, dolci o salati che siano. Ciò non toglie che ogni tanto io mi dedichi anche a
primi e secondi. (in casa non amano mangiare solo pane e torte… posso capirli).

Amo in modo particolare il pesce, e qui si trova fresco in ogni stagione.
Perciò, stasera, calamari ripieni:

Per 4 persone:

  • 4 grossi calamari,
  • 200 gr. di tonno sott’olio,
  • un panino ammollato e strizzato,
  • prezzemolo,
  • sale,
  • un uovo,
  • qualche filetto di acciuga,
  • 2
    spicchi d’aglio,
  • peperoncino (se piace),
  • aceto balsamico.

Pulire e sciacquare i calamari sotto l’acqua corrente (io parto dal presupposto che abbiate dei calamari freschi… ma anche surgelati vanno benone, anzi, vi risparmiate la fatica di pulirli!).

Scottare brevemente calamari, alette e tentacoli in acqua bollente salata e aromatizzata con peperoncino. Non buttate via l’acqua.

Preparate un ripieno con il tonno (con l’olio), le acciughe, alette e tentacoli tritati, il pane, il prezzemolo, poco sale, e l’uovo.

Riempite i calamari con il ripieno (non troppo: in cottura si restringono e il ripieno potrebbe fuoriuscire).

Chiudeteli con uno stuzzicadenti.

Soffriggete l’aglio in un tegame capiente con un dito di olio evo.

Rosolate velocemente i calamari, poi aggiungete l’acqua in cui li avete scottati, un bicchiere per volta, fino a cottura (mezz’ora circa).

Togliete i calamari dal tegame, aggiungete al fondo di cottura un cucchiaio abbondante di aceto balsamico.

Lasciate asciugare il condimento et voilà…