Pappa al pomodoro con tarallucci

Pappa al pomodoro con tarallucci

Anche la pappa al pomodoro ha una sua giornata sul Calendario del Cibo Italiano. Vi va di provare una versione leggermente rivisitata?

PAPPA AL POMODORO CON TARALLUCCI

Per 4 persone

  • 250 grammi di tarallucci
  • 1 kg di pomodori freschi di San Marzano
  • 12 pomodorini datterini
  • Un cucchiaio di erbe aromatiche miste fresche tritate (timo, origano, erba cipollina, rosmarino)
  • Pepe nero q.b.
  • 150 grammi di olive verdi denocciolate
  • Una cipolla rossa di Tropea IGP media
  • Uno spicchio di aglio
  • Alcune foglie di basilico fresco
  • Sale q.b.
  • Un cucchiaino di zucchero semolato
  • Un cucchiaino di aceto balsamico di Modena IGP
  • Olio extravergine di oliva q.b.

In una ciotola riunite il trito di erbe aromatiche, lo zucchero e l’aceto balsamico, aggiungete un cucchiaio di olio e un pizzico di sale ed emulsionate bene il tutto.

Tagliate i pomodorini datterini a metà nel senso della lunghezza, sistemateli su una teglia ricoperta di carta da forno e cospargeteli con il condimento preparato.

Infornate a 100°C per un’ora circa (devono asciugare senza annerire).

In un tegame capiente soffriggete l’aglio nell’olio caldo, poi schiacciatelo e toglietelo.

Unite la cipolla tritata finemente e fatela imbiondire.

Aggiungete i pomodori di San Marzano in pezzi e le olive tagliate a metà.

Unite un bicchiere di acqua e lasciate cuocere per un’ora.

Riducete in crema ¾ del composto (con un mixer a immersione o con il passaverdure), poi spezzettate ogni

taralluccio in quattro parti e sistemateli nei piatti.

Versate il sugo caldo sui tarallucci e lasciate assorbire coprendo i piatti con fogli di alluminio da cucina per

mantenere il calore.

Guarnite con i pomodorini cotti in forno, briciole di tarallucci, foglie di basilico fresco e completate con una macinata di pepe e un filo di olio a crudo.

Pappa al pomodoro con tarallucci

Zuppa di cipolle in ciotola di pane

Zuppa di cipolle in ciotola di pane

Questa ricetta è stata realizzata per “Keep calm and what’s for dinner” e la ripropongo sul blog nella giornata che il Calendario del Cibo Italiano dedica alla cipolla.

ZUPPA DI CIPOLLE IN CIOTOLA DI PANE

Per 4 persone

  • 1 forma rotonda di pane da 500 g
  • 30 g di burro
  • 2 cipolle grandi, affettate
  • 30 ml di sciroppo d’acero
  • 6 uova
  • 60 ml di panna da cucina 15%
  • 60 g di farina per tutti gli usi
  • 30 g di erba cipollina fresca tritata
  • 250 g di formaggio cheddar grattugiato
  • Sale e pepe a piacere

Preriscaldate il forno a 180°C.

Tagliate la parte superiore della pagnotta ed eliminate la mollica.

In una padella larga, sciogliete il burro a fuoco medio. Cuocete le cipolle per 12-15 minuti, mescolando di tanto in tanto.

Aggiungete lo sciroppo d’acero nella padella. Continuate la cottura per 5-7 minuti, mescolando regolarmente, finché le cipolle non saranno caramellate. Allontanate dal calore e lasciate raffreddare.

In una ciotola capiente sbattete le uova con la panna e la farina. Aggiungete le cipolle, l’erba cipollina e metà del formaggio cheddar. Salate, pepate e mescolate.

Versate il composto di uova nella pagnotta. Coprite con il resto del formaggio.

Mettete la pagnotta su una teglia. Cuocete da 45 a 50 minuti, fino a quando le uova si saranno rapprese.

Zuppa di cipolle in ciotola di pane

Farro con porri e pomodorini arrostiti

Farro con porri e pomodorini arrostiti

Il farro: il più antico cereale, quello che nutriva le legioni romane e che ha dato nome alla farina. Per altre notizie, vi rimando a Wikipedia, a me scoccia raccontare tutta la storia.

Di certo, fino a qualche anno fa non era di molto di moda. E’ stato riscoperto grazie all’interesse per l’alimentazione sana e nutrizionalmente corretta; per la cucina alternativa; per gli ingredienti inusuali. Non sempre questi parametri convergono nello stesso piatto, ma in questo caso si: Continua a leggere “Farro con porri e pomodorini arrostiti”

Ribollita, la minestra toscana di cavolo nero

Ribollita toscana

La ribollita è una minestra toscana a base di fagioli e cavolo nero. Che poi proprio nero nero non è. Ha un sapore deciso, le foglie arricciate ed è ricco di ottime qualità nutrizionali.

Aggiungendo i fagioli, diventa un piatto completo, ritenuto a suo tempo povero, in quanto era sostanzialmente la minestra avanzata dal giorno prima, con l’aggiunta di pane raffermo per ingrandire la porzione, generalmente scarsa.

Alla lunga si è scoperto che la ribollita era più buona dell’originale e oggi Continua a leggere “Ribollita, la minestra toscana di cavolo nero”

Goulash in slow cooker

Goulash in slowcooker

Il goulash ha origine dalla cucina povera dei pastori nomadi ungheresi, i gulyàs, dai quali prese il nome.

La lunga cottura della carne e la successiva essiccazione al sole, rendevano il goulash un’ottima fonte di sostentamento per il lunghi periodi che i pastori trascorrevano in viaggio.

Sempre di origine ungherese è l’utilizzo della paprika, ovvero polvere di peperone essiccato, più o meno piccante, anche se in origine Continua a leggere “Goulash in slow cooker”

Zimino di ceci neri

Zimino di ceci neri

Lo “zimino” è una zuppa tipica ligure, che richiede le bietole.

Può essere realizzato con diversi ingredienti, i più comuni sono i ceci e le seppie.

Oggi se ne parla sul Calendario del Cibo Italiano e noi per rendere degno omaggio lo abbiamo preparato con i ceci neri.

Zimino di ceci neri

Questa particolare varietà di ceci è coltivata soprattutto in Puglia e contiene una maggiore percentuale di ferro rispetto al parente bianco.

I ceci sono inoltre ricchi di vitamine e proteine.

Seconde Galeno, che ne parla già nella sua opera “Sulle proprietà dei cibi” del180 d.C. sono addirittura afrodisiaci.

Che volere di più? Per la giornata nazionale della zuppa di ceci, ecco la ricetta.

Zimino di ceci neri

  • 400 g di ceci neri, ammollati per almeno 24 ore
  • una cipolla bianca
  • uno spicchio di aglio
  • una carota
  • un pezzo di gambo di sedano
  • foglie di alloro
  • un rametto di rosmarino
  • 50 ml di olio extra vergine di oliva
  • 200 g di bietole già pulite
  • 10 g di funghi secchi, preferibilmente porcini, ammollati
  • 200 ml di salsa di pomodoro
  • sale
  • un peperoncino semipiccante (opzionale)

Scolate i ceci e sciacquateli sotto acqua corrente.

Cuoceteli  in pentola a pressione con l’alloro e il rosmarino, appena coperti di acqua leggermente salata, per 30 minuti dal fischio.

Nel frattempo, soffriggete l’aglio scamiciato ed il peperoncino (se decidete di usarlo) nell’olio, poi schiacciateli e toglieteli.

Tritate la cipolla, il sedano e la carota e mettetele nell’olio.

Quando il soffritto è pronto, aggiungete i ceci ben scolati (conservate l’acqua di cottura ed eliminate alloro e rosmarino), fate insaporire mescolando per un paio di minuti, poi unite i funghi ammollati e ben strizzati, le bietole tagliuzzate e la salsa di pomodoro.

Aggiungete qualche cucchiaio di acqua e il sale e lasciate cuocere a fuoco lento per circa 20 minuti, assaggiando ogni tanto per regolare la cottura.

Servite con crostini di pane.

Zimino di ceci neri

Fagiolo poverello bianco, il riscatto di Calimero

Fagiolo poverello

Eh, che maniere! Qui fanno sempre così perché loro sono grandi, ed io sono piccolo e… bianco! E’ un’ingiustizia, però

Nella variante “nera” molti di voi, soprattutto i miei coetanei, avranno riconosciuto questa lamentela di Calimero, personaggio dello storico Carosello.

In questo caso il “piccolo e bianco”, ignorato e scansato, è il fagiolo poverello bianco e già il nome la dice lunga.

Fagiolo poverello

In dispetto alle dimensioni ridotte, al colore anonimo, alla scarsa diffusione, è un prodotto DOP, coltivato sul Pollino, a cavallo tra Calabria e Basilicata, in una zona già nota per la lenticchia di Mormanno

Ricco di proteine, il fagiolo poverello ha una buccia molto sottile che lo rende facile e veloce da cuocere.

Parlando di Calimero, povero uccelletto vilipeso, in occasione della giornata nazionale dei fagioli sul Calendario del Cibo Italiano abbiamo voluto dedicargli la ricetta, così abbiamo preparato

Fagiolo poverello all’uccelletto *

Fagiolo poverello

ricetta originale da “La scienza in cucina” di Pellegrino Artusi

Per 4 persone

  • 240 g di fagiolo bianco poverello fresco o secco
  • foglie di salvia
  • olio extra vergine di oliva
  • salsa di pomodoro
  • sale e pepe

Se utilizzate i fagioli secchi, metteteli a bagno in acqua tiepida per 6 ore con un pizzico di bicarbonato e delle foglie di alloro.

Scolateli bene e procedete secondo ricetta.

Lessate i fagioli per 35/40 minuti e scolateli bene.

Scaldate l’olio in un tegame con le foglie di salvia. Se piace, potete aggiungere un peperoncino semipiccante.

Unite i fagioli, un pizzico di sale e una spolverata di pepe e fate insaporire per 5 minuti, mescolando ogni tanto delicatamente.

Versate sui fagioli la salsa di pomodoro e lasciate asciugare per 10/15 minuti.

* si pensa che l’Artusi abbia così definito i fagioli preparati in questo modo, ovvero “a guisa d’uccellini” perché allo stesso modo venivano cucinati i piccoli volatili di cacciagione.

Ièvuse. O comunque si chiamino.

Le ièvuse non sono una novità su questo blog. Ricche di vitamine, fibre, acido folico e sali minerali, ne esistono di diversi colori. In calabrese sono chiamate anche siècule, secre, e in altri modi altrettanti stravaganti.

Qualche ricetta con le ièvuse, che poi non sono altro che le bietole, la trovate Continua a leggere “Ièvuse. O comunque si chiamino.”